Una serata bella e partecipata a Faenza, negli spazi all’aperto del Circolo Arci Prometeo, mi ha dato modo di socializzare le ragioni e l’attuazione in Emilia-Romagna della legge regionale n. 15/2019 contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
La scelta della nostra Regione è stata quella di chiamare per nome queste discriminazioni e violenze, toglierle dalla narrazione solo giornalistica e riconoscere sul piano legislativo i diritti delle persone Lgbti, alla pari di tutti i diritti individuali e sociali esigibili in una terra solidale, in una società che vogliamo inclusiva. Oggi, superati i periodi più duri della pandemia, è avviata l’applicazione della normativa, che si sostanzierà in interventi positivi e di prevenzione in materia di assistenza sociale e sanitaria, di educazione al rispetto anche nello sport, di lavoro e di opportunità culturali. Ciò in linea con le politiche antidiscriminatorie recepite e attuate in regione in questi anni, con la Costituzione, con gli impegni assunti in Europa, primo fra tutti la Convenzione europea di Istanbul per il contrasto alle violenze di genere, oggi minacciata da sovranismi regressivi e liberticidi.
Ognuno può contribuire nel tempo e nel luogo che gli è dato per superare pregiudizi e steccati ideologici che fanno vivere nella paura tante persone, in particolare ragazzi e ragazze. Il dramma accaduto recentemente a Caivano è solo la punta di un iceberg. Le associazioni Lgbti censiscono ogni anno centinaia tra aggressioni fisiche, incitazioni all’odio sul web, violenze familiari e comportamenti discriminanti nei luoghi pubblici e di lavoro. Manca però un Osservatorio nazionale raccordato alle istituzioni e alle politiche di prevenzione e contrasto. La legge regionale 15 lo prevede e in Emilia-Romagna sarà presto operativo nell’ambito dell’Osservatorio istituito con la legge quadro per la parità, accanto a progetti di accoglienza delle vittime.
Per superare le intolleranze ed affermare pienamente il rispetto dei diritti umani nel nostro Paese c’è ancora molto da fare. Si avvicina il momento della discussione in Parlamento per approvare la proposta di legge Zan, che rafforzerà il quadro penale delle tutele contro le azioni di odio e istigazione all’odio omotransfobico. La nostra Regione si è già espressa a sostegno, tante altre istituzioni territoriali aderenti alla Rete Re.a.dy lo stanno facendo. Saremo sempre impegnati nelle battaglie giuste, sino in fondo, a fianco dell’associazionismo consapevole.
QUI IL VIDEO COMPLETO DELL’INIZIATIVA
Leave A Comment