Tra le varie iniziative in vista del Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre 2020 ho portato le ragioni del SI’ in un dibattito pubblico a Monteveglio nel bolognese, organizzato dal PD per approfondire gli aspetti del voto. Con me il deputato Luca Rizzo Nervo, in rappresentanza del No, in un confronto coordinato dalla vice segretaria del PD Valsamoggia Maria Grazia Quieti.

Il mio SI al referendum è coerente con il profilo riformista che ci connota e con l’orientamento che si è dato il Partito Democratico. La riduzione del numero dei parlamentari è un obiettivo in linea con le democrazie europee, dove il rapporto fra eletti ed elettori è ovunque più basso, nonché con l’efficientamento del sistema.

Risulta dai resoconti parlamentari che nella passata legislatura il 40% dei deputati e il 30% dei senatori ha disertato più di un terzo delle votazioni e che l’attività legislativa si è concentrata su poco più del 10% dei parlamentari che hanno sommato tra loro più di un incarico, mentre due terzi non hanno ricoperto alcun ruolo. Ovviamente questo è solo un tassello del cambiamento che dovrà essere perseguito. La conferma popolare della riforma aprirebbe un cantiere ben più ampio e necessario.

Quando la Regione Emilia-Romagna decise la riduzione a 50 del numero dei consiglieri regionali non la percepimmo come un attacco alla democrazia rappresentativa, bensì un investimento sulla responsabilizzazione e sulla qualità della politica e delle istituzioni, di cui il Paese ha bisogno per superare le sue debolezze strutturali.