(Comunicato, 31 luglio 2020) PRESENTATA RISOLUZIONE PD CHE IMPEGNA LA REGIONE SU OPPORTUNITA’ CONCRETE DI USCITA DALLA VIOLENZA DI GENERE. Roberta Mori (Pd): “L’Emilia-Romagna metta a punto sostegni anche economici per le donne vittime di violenza domestica, l’autonomia femminile sia al centro del prossimo Patto per il lavoro

Il Pd in Emilia-Romagna lancia una proposta per rafforzare il sostegno alle donne vittima di violenza. Con una risoluzione, firmata dalla Consigliera reggiana Roberta Mori, si chiedono nuovi strumenti per far sì che le donne che subiscono violenza, fisica o psicologica, possano liberarsi dalla sudditanza economica ed essere autonome. “Durante il lockdown le domande di aiuto per violenza domestica sono aumentate ovunque, anche in Emilia-Romagna con un 78% in più di richieste rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – sottolinea la Consigliera PD – e anche oggi le ultime rilevazioni ci consegnano incrementi di atti persecutori, maltrattamenti e violenze sessuali, preludio di femminicidio.”

“Spesso non basta il percorso di aiuto e accoglienza in case rifugio offerto dai nostri Centri antiviolenza, – spiega Mori – a molte donne che decidono di sottrarsi alla relazione violenta serve sapere di avere un’alternativa, cioè la possibilità di emanciparsi e mantenersi, specialmente se hanno figli a carico.” Da qui la proposta di un contributo economico che possa risolvere la situazione contingente e, soprattutto, il contestuale accesso delle donne in difficoltà ad un progetto personalizzato di autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica.

“La nostra Regione vada avanti nel confronto con i Centri, le associazioni, gli enti e servizi locali per individuare questi percorsi – esorta la Consigliera regionale – e si valutino criteri premiali nei confronti delle vittime di violenza di genere per l’accesso a percorsi d’istruzione o formazione professionale, ai servizi all’infanzia e agli alloggi ERP, consentendo la permanenza della donna nell’alloggio quando il titolare del contratto sia il maltrattante allontanato.” E anche il Governo faccia la propria parte per risolvere alcune storture esistenti, come quella riguardante i criteri di calcolo dell’Isee: “non è tollerabile che la situazione economica delle donne vittime di violenza non sia scorporata da quella dei mariti o compagni, con cui risultano ancora formare nucleo anagrafico anche se non sono più conviventi”.

Secondo Roberta Mori, infine, questo intervento rientrerebbe in una programmazione più ampia, necessaria a sostenere l’autonomia e il protagonismo femminile, senza i quali la società perde buona parte delle sue possibilità di sviluppo. “Gli ultimi dati Istat su giugno vedono accentuarsi i numeri negativi per le donne italiane con la perdita di altri 86.000 posti di lavoro dopo il lockdown a fronte di una ripresa dell’occupazione maschile, è perciò urgente – conclude Mori – un piano strategico a tutti i livelli che colmi i divari, le discriminazioni e le violenze di genere, con misure per l’inserimento, la qualificazione e l’occupazione stabile delle donne nell’ambito del nuovo Patto regionale per il lavoro.”