Ringrazio la Gazzetta di Reggio per lo spazio concessomi in occasione dell’anniversario della legge regionale contro l’omotransfobia che, oggi, si incrocia con la discussione alla Camera della proposta di legge Zan. Era il 27 luglio 2020. Erano le ore 3.33 circa. È stata dura. È stata lunga. È stato difficile. Ma ne è valsa la pena in ogni istante.

E ringrazio ancora una volta tutt* coloro che ci hanno consegnato con generosità il proprio vissuto e ci hanno aiutato a trasformarlo in obiettivi e azioni di sistema. L’Audizione di associazioni e rappresentanti dei Comuni svolta in questi giorni in Commissione assembleare parità e diritti delle persone ha confermato la bontà di una scelta e alimentato la determinazione di portarla avanti in ogni ambito. Da parte nostra nessuna rassegnazione di fronte agli steccati ideologici che molti continuano ad erigere: il rispetto, le libertà, l’equilibrio democratico tra diritti e doveri prevarranno.

La scelta della Regione Emilia-Romagna è stata quella di nominare i fenomeni di discriminazioni e violenze, toglierli dalla narrazione solo cronachistica e conferire loro dignità legislativa, perché quella è la sede del riconoscimento dei diritti individuali e collettivi. L’Emilia-Romagna è una terra accogliente e -come dice il Cardinale Zuppi– “accogliendo la persona non possiamo prescindere dal suo orientamento”.

Ciascuno deve fare la propria parte nel tempo e nel luogo che gli è dato … semplicemente. Adesso è il tempo della proposta di legge Zan in discussione alla Camera, che rafforza il quadro penale delle tutele contro le azioni di odio e istigazione all’odio omotransfobico.