L’informativa resa dall’assessora alle pari opportunità evidenzia ancora una volta, dati alla mano, che sono le donne a soffrire di più per l’emergenza sanitaria e per la crisi che ha generato: numeri di contagi più alti per tipologia di occupazione e maggiore perdita di posti di lavoro rispetto agli uomini. Anche in una regione virtuosa come l’Emilia-Romagna. La Commissione Parità e Diritti delle Persone ha chiesto alla Giunta questo aggiornamento per tenere alta l’attenzione su un tema – quello dell’occupazione femminile – nella sostanza bistrattato e considerato residuale nonostante il suo incremento produrrebbe un balzo in avanti del PIL significativo e un vantaggio socioeconomico indubbio per il nostro Paese in ambito europeo. Nel dibattito in Commissione sono dunque intervenuta per ribadire l’urgenza di investimenti e politiche integrate all’interno del nuovo Patto regionale per il Lavoro e il Clima che si sta predisponendo.
Nel merito dell’informativa, l’Assessora Lori ha spiegato come il gap di genere nell’occupazione- esistente ben prima del lock down- si sia accentuato: il mese di aprile 2020, messo a confronto con quello del 2019, registra 8 mila occupati in meno in gran parte donne, e il 68 per cento in meno di assunzioni femminili. Un trend negativo che registra un lieve aumento per quanto riguarda le assunzioni a maggio, su cui si continuerà a monitorare. Sul fronte sanitario, il Covid-19 ha colpito inizialmente alcuni settori lavorativi dove la presenza femminile era predominante, come quello del commercio, della Sanità e dell’assistenza sociosanitaria. Attività queste ultime che non si sono mai arrestate durante il lock down. Da qui il maggior numero di donne contagiate (53 per cento) rispetto agli uomini anche se con un minor numero di decessi (42 per cento). Non secondariamente la crisi economico-finanziaria determinata dall’emergenza ha colpito settori nei quali le donne rappresentavano circa il 61 per cento della forza lavoro, come quello della ristorazione, del turismo, della cura alla persona; o fra gli ultimi a ripartire o competenze difficilmente riconvertibili. Al contrario, si sono sperimentate nuove modalità di lavoro in alcuni ambiti come quello industriale, finanziario e assicurativo, appannaggio soprattutto di uomini. Anche per quanto riguarda lo smart working, molte donne- ha ammesso l’assessora- hanno avuto difficoltà a conciliare la vita lavorativa con la vita familiare e la cura dei figli e degli anziani. Lo smart working è sicuramente un’opportunità ma necessita di regolamentazione per non essere penalizzante.
Assieme ai sindacati, alle organizzazioni imprenditoriali e agli ordini professionali la Regione lavorerà nelle prossime settimane per una tutela e promozione del lavoro femminile in grado di affrontare positivamente tutti i gap strutturali di genere: questo l’impegno ribadito in Commissione a cui daremo un forte contributo e stimolo.
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