(Bologna, 2 luglio) In seduta congiunta delle Commissioni Parità e Politiche economiche, abbiamo ascoltato la Consigliera regionale per la parità, Sonia Alvisi, l’Assessore allo sviluppo economico e lavoro Vincenzo Colla e le rappresentanze sindacali sui temi cruciali dell’occupazione femminile, la qualità del lavoro delle donne, lo smart working, le criticità e gap di genere da affrontare nel post Covid-19, acuite dalla pandemia.
Il nuovo Patto regionale per il lavoro a cui si sta lavorando, sarà uno strumento essenziale per mettere in fila analisi e prospettive con proposte concrete per lo sviluppo sostenibile in cui nessuno e nessuna rimanga indietro. Perché se è vero che il lavoro è fondamentale per tutti, per le donne lo è di più. Ricordiamoci che la donna è stata un ‘esemplare minore’ finché non è diventata ‘donna lavoratrice’ nella società e nell’impresa, fuori dalla famiglia.
Lo ha evidenziato anche la relazione della Consigliera di Parità che, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro, si è attivata per divulgare regole e diritti dei genitori lavoratori nell’emergenza Covid alla luce di un trend in crescita ovunque, compresa l’Emilia-Romagna con un + 4%, delle dimissioni femminili dal lavoro per maternità. Lo stesso smart working o ‘lavoro agile’, pur presentando indubbi vantaggi sia per le aziende che per le lavoratrici, va regolamentato al fine di fissare diritti (alla disconnessione ad esempio) e concrete opportunità. Pesa a monte lo squilibrio dei carichi familiari, di cura di bambini e anziani, una mancata condivisione tra donne e uomini su cui intervenire partendo dai servizi e a livello culturale. Importanti le sottolineature dell’assessore Colla, consapevole della maggiore precarietà delle lavoratrici, del gap retributivo di genere, del tema mai seriamente affrontato della qualità del lavoro femminile che sarà perciò inserito tra gli obiettivi ed impegni del Patto per il lavoro 2020.
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