(1° giugno) Grazie a ‘La Bici al chiodo’ e all’associazione Ex Corridori Ciclisti, presieduta da Giampaolo Tedeschi, per aver ospitato sulla loro pagina Facebook un mio contributo di riflessione corredato da una bella foto ricordo… in attesa di ritrovarci a Campagnola Emilia per rinnovare questo appuntamento intergenerazionale di campioni del ciclismo e nuove leve!

GREGARI E VELOCISTI, GIOVANI ED EX, UNITI NELLA RIPARTENZA, di Roberta Mori*

Libertà e fatica sono forse le caratteristiche più importanti dello sport, a formare un paradosso solo apparente che non finisce di attrarre e conquistare. Libertà di volare sopra i limiti fisici, di essere pienamente se stessi in armonia con mente e corpo, padroni sino in fondo delle proprie potenzialità. E fatica, la fatica che educa, quella che fa vincere nello sport come nella vita.

Il ciclismo racchiude in modo mirabile questo binomio e ‘La Bici al chiodo’ ne rappresenta la forza che attraversa le generazioni. Mi ha sempre colpito la grande partecipazione di giovani al Centro Sociale di Via Magnani a Campagnola e l’entusiasmo palpabile di chi – corridori e campioni del passato – dimentica la propria condizione di “ex” passando il vivo testimone di questo sport a ciclisti e cicliste che di strada davanti ne hanno ancora tanta. ‘La Bici al chiodo’ è solidarietà fra generazioni ed è Memoria, che arricchisce il nostro presente e il nostro futuro di quei valori positivi tipici di uno sport autenticamente popolare, che ha contribuito a unire l’Italia. L’Italia impoverita, spaccata dalla guerra e dalle devastazioni sociali, che riconosceva nei corridori che la percorrevano da nord a sud tutta la propria fatica, sacrificio, voglia di riscatto e libertà.

Impossibile non vedere l’analogia con il periodo che stiamo vivendo, nel quale sicurezze, benessere e diritti sono messi a rischio, se non travolti, dal nemico  invisibile eppure concreto della pandemia. Lo sport, ancora una volta, accompagna la nostra ripartenza quale simbolo di vita e di umanità che non si ferma di fronte agli ostacoli. Lo sport e il ciclismo in particolare, ci indica una direzione per non vanificare i nostri sforzi, per mettere a frutto le esperienze, correggere gli errori, non lasciare indietro nessuno nella competizione. Perché ci sono i velocisti e ci sono i gregari ed entrambi sono fondamentali per arrivare al risultato.

L’Emilia-Romagna è, fra le molte cose, terra di passione e di associazionismo sportivo. Realtà di base e di comunità come l’Associazione Ex Corridori Ciclisti presieduta da Giampaolo Tedeschi, traducono tutti questi valori in attività di benessere vero, salute e coesione sociale, aperte e accessibili alle persone di ogni età, condizione, genere o provenienza. La Regione le sostiene anche nella fase attuale, destinando loro le risorse in precedenza destinate al cofinanziamento di manifestazioni ed eventi che inevitabilmente slitteranno. In attesa dell’immancabile appuntamento 2021 con la Bici al chiodo, siamo impegnati a far sì che la “lezione” dello sport migliore sia patrimonio condiviso di una terra che guarda avanti, alla strada da percorrere insieme per diventare persone libere.

*Consigliera della Regione Emilia-Romagna