(18 maggio 2020) L’Emilia-Romagna riapre le proprie attività produttive, commerciali, sportive e, in parte, culturali, con precise regole di igiene, protezione e prevenzione contenute nella nuova ordinanza del presidente Stefano Bonaccini. Lo fa perché il lavoro è indispensabile alla vita economica e sociale e perché l’attuale situazione epidemiologica del contagio da Coronavirus lo consente, grazie ai sacrifici enormi dei mesi scorsi. Essenziali, da seguire e conoscere, sono i protocolli di sicurezza condivisi con associazioni di categoria, operatori, imprese, sindacati, enti locali e validati dalla sanità regionale.

Riaprono dunque tra gli altri negozi, mercati, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, tatuatori, alberghi, strutture ricettive all’aria aperta, solo per citarne alcune. Nel rispetto delle linee guida nazionali aprono anche musei, biblioteche, archivi, complessi archeologici e monumentali. Tutti devono e dovranno rispettare le norme di distanziamento, senza alcun assembramento. E ognuno di noi indosserà la mascherina nei luoghi chiusi e in quelli all’aperto dove non è possibile tenere la distanza di almeno un metro. Da lunedì 25 maggio saranno attivi gli stabilimenti balneari (anche in questo caso secondo le regole fissate nel protocollo regionale già approvato), poi palestre, piscine, centri sportivi (anche per allenamenti di squadra); attività corsistiche (dalle lingue straniere alla musica); centri sociali e circoli ricreativi; parchi tematici, di divertimento e luna park: per tutte queste attività, però, servirà prima l’adozione di uno specifico protocollo regionale per ognuna, nel rispetto dei principi contenuti nelle linee guida nazionali definite d’intesa fra Governo e Regioni. Dall’8 giugno, sempre previa adozione di uno specifico protocollo regionale che si sta approntando, potranno aprire i centri estivi e per i minori di età superiore a tre anni.

Cessano tutte le limitazioni della circolazione all’interno del territorio regionale. Quanto previsto dall’ordinanza regionale si aggiunge alle misure valide nell’intero territorio nazionale contenute nel Decreto Legge e nel DPCM appena approvati. Resta necessaria l’autocertificazione soltanto per gli spostamenti fra una regione e l’altra, consentiti, così come prima, solo e unicamente per motivi di salute, lavoro, necessità e urgenza.