Le competenze femminili non dovrebbero essere escluse dai luoghi alti dell’elaborazione, della progettazione, della decisione sul presente e sul futuro del Paese, resi quanto mai difficili dalla pandemia. Eppure continuano ad esserlo. E a fronte di numerosi appelli della società civile, di economisti, di intellettuali per una fattiva compartecipazione delle donne alla ricostruzione, si preferisce tacere, oppure rispondere in modo rigidamente burocratico. Come ha fatto nella consueta e seguitissima conferenza stampa il Capo del dipartimento nazionale della Protezione civile, Angelo Borrelli che, interpellato sulla totale assenza di donne nella task force tecnico scientifica costituita per affiancare il Governo nell’emergenza, ha affermato: “I membri del comitato tecnico-scientifico vengono individuati in base alla carica, come ad esempio il capo della Protezione civile o il presidente dell’Iss. Se queste cariche fossero state ricoperte da donne avremmo avuto nel comitato tecnico scientifico una componente femminile adeguatamente rappresentata“.

Abbiamo così, ancora una volta, perso tutti l’occasione per applicare la Costituzione italiana ed europea oltre che leggi di riequilibrio vigenti, per cambiare passo sul tema dell’equa condivisione del potere tra uomini e donne, per scalfire la cultura patriarcale che ci zavorra anche dal punto di vista economico e sociale. Potete leggere qui il testo della lettera inviata al Capo della Protezione civile in nome e per conto del coordinamento nazionale delle commissioni pari opportunità di Regioni e Province Autonome. Un messaggio di fiducia in una maggiore consapevolezza e di rispetto per tutti (e tutte) coloro che stanno dando il loro contributo in questo momento così travagliato.

Anche le Donne Democratiche hanno sollecitato a più riprese un segnale concreto di coinvolgimento delle competenze femminili. La Conferenza Donne Democratiche dell’Emilia-Romagna si è rivolta in particolare a Stefano Bonaccini, in qualità di presidente della Regione e coordinatore dei presidenti delle Regioni italiane. In questa lettera chiediamo di impegnare la Regione a rispettare l’equilibrio di genere nella composizione degli organismi a supporto della ricostruzione; di sostenere l’introduzione di ulteriori strumenti che possano accelerare la realizzazione dell’uguaglianza di genere nei luoghi del potere; di attivare tutte le risorse necessarie per evitare che la chiusura delle scuole e dei servizi alle persone provochino l’arretramento dell’emancipazione femminile e della tenuta dell’economia. Chiediamo non da ultimo al nostro Presidente di portare questi temi di equità e giustizia sociale sui tavoli delle istituzioni nazionali… per limitare insieme il disastro che stiamo vivendo.