(Reggio Emilia, 14 gennaio) Un incontro con rappresentanti delle aziende reggiane, promosso da Confartigianato, è stata occasione preziosa di ascoltare e corrispondere alle esigenze delle micro, piccole e medie imprese del territorio, a fronte delle politiche di sostegno e degli investimenti fatti dalla Regione negli ultimi anni. Burocrazia leggera, sviluppo delle infrastrutture anche digitali e innovazione, ruolo delle Camere di commercio e delle istituzioni, fra i temi su cui agire insieme. Senza mai sottovalutare le difficoltà ma con fiducia. Se infatti il quadro economico del settore trainante, quello manifatturiero e legato all’export, risente delle incertezze internazionali, è altrettanto vero che abbiamo recuperato grande solidità rispetto al periodo buio segnato dalle crisi aziendali e cooperative più drammatiche del 2014-2015. Oggi il tasso di occupazione a Reggio Emilia passa, per gli uomini, da 76 a 77,9%, mentre quello femminile raggiunge il 62% dal 59,9% di un anno fa. La disoccupazione giovanile si è più che dimezzata passando dal 24,5 all’11,5% (inferiore alla media dell’Emilia-Romagna che è al 17,6%).

In generale calano le persone senza lavoro e le cassaintegrazioni, aumentano i contratti a tempo indeterminato e gli investimenti di imprenditori e anche imprenditrici. Sorgono infatti nuove imprese e crescono quelle femminili (oggi superano le 10.000 in provincia). Su questa tendenza positiva, da rafforzare, incidono le risorse attratte ed erogate sul Fondo europeo di sviluppo, i bandi regionali sull’innovazione e sull’export dedicati proprio alle piccole-medie imprese, gli incentivi e l’investimento sulla formazione tecnica e sullo sviluppo delle dotazioni tecnologiche e delle start up. La Regione ha curato in modo particolare il sistema delle garanzie sul credito, dove lungimirante è stata l’istituzione di una sezione speciale del Fondo di garanzia, dedicata ai soli confidi. Con sempre maggiore determinazione vanno divulgati e rafforzati tutti gli strumenti già messi a disposizione e che stanno dando ottimi frutti: il Fondo EureCa per finanziare investimenti produttivi espansivi ad alto contenuto tecnologico, che nel Reggiano ha attivato 4,7 milioni di euro; il Fondo multiscopo per le nuove PMI e il Fondo Energia di cui hanno già beneficiato decine di imprese reggiane; i Bandi dedicati ai professionisti e professioniste che dal 2017 ad oggi hanno cofinanziato più di 800 progetti in Emilia-Romagna.

Negli ultimi 5 anni l’Emilia-Romagna è la regione che cresce di più in Italia e questo si deve ad una visione molto pragmatica del sistema produttivo, quale insieme interconnesso che funziona se la forza propulsiva delle piccole imprese particolarmente dinamiche, innovative e aperte, si colloca dentro le filiere dove sono presenti anche grandi imprese, costruendo così insieme eccellenze a livello nazionale e internazionale. Non solo. Il sistema produttivo è inserito in contesti territoriali precisi, pensiamo ai centri storici: la loro rivitalizzazione passa anche attraverso lo sviluppo e la diffusione di una rete commerciale e imprenditoriale sempre più moderna. Anche in questo momento sono aperti due bandi regionali, uno per il commercio da 4 milioni di euro e (per la prima volta ma non l’ultima!) un bando per l’artigianato artistico, di grande importanza nell’ottica di sviluppo sostenibile che ci appartiene.