Era il 28 dicembre 1943 quando Agostino, Aldo, Antenore, Ettore, Ferdinando, Gelindo e Ovidio, i sette fratelli Cervi, vennero fucilati dai fascisti insieme a Quarto Camurri nel poligono di tiro di Reggio Emilia. Nel 76mo anniversario dell’eccidio le nostre celebrazioni si nutrono di presente e futuro per una rinnovata responsabilità. Abbiamo reso omaggio alla tomba di Quarto Camurri al Cimitero di Guastalla insieme all’Amministrazione comunale, all’ANPI e ai familiari, commossi di un ricordo che è anche gratitudine di intere Comunità. Valori e principi che sono costati il sacrificio, la vita di tanti, dovrebbero essere per sempre e invece, ogni anno, ogni giorno, dobbiamo ribadire la stessa scelta di libertà contro oppressione, nazionalismi e razzismi. È una lotta tra umanità e disumanità. Una lotta affinché il coraggio dei Giusti sconfigga l’odio e il loro sacrificio non sia stato e non sia vano.
I fratelli Cervi seppero riscattarsi dalla propria condizione, con generosità e lungimiranza avevano fatto della loro grande casa colonica un rifugio contro gli oppressori e un laboratorio di progresso civile. Non bastò ucciderli per cancellare l’anelito di libertà di cui erano portatori. Non bastò ucciderli per fermare la storia. Vivono ancora e vivranno ovunque ci sarà chi combatterà per la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e la solidarietà tra le persone e tra i popoli. Davanti alla disumanità che oggi si annida in discorsi fasulli, falsi miti e nuove cattiverie, loro sono al nostro fianco con il potere dell’esempio, la forza del coraggio, l’amore per l’umanità.
“Non c’è futuro senza memoria” è il titolo dell’intervento di Gad Lerner che ha chiuso le celebrazioni a Casa Cervi di Gattatico. Una Casa accogliente che mantiene viva tutta la sua forza democratica. Basta vedere il fastidio che oggi suscitano le rievocazioni antifasciste e resistenziali per comprendere l’attualità del loro sacrificio, la necessità del nostro impegno per i diritti personali e collettivi.
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