Ringrazio l’Associazione Diabetici della provincia di Reggio Emilia, le professionalità sanitarie e in particolare la dottoressa Valeria Manicardi, per avermi invitato ad intervenire ad un qualificato convegno che ha voluto fare il punto e rilanciare le esigenze delle persone affette o comunque coinvolte da questa patologia. “Il Diabete coinvolge tutta la famiglia” è un titolo che rispecchia la realtà e la complessità tipica del diabete, che in Italia colpisce oltre 3 milioni di persone e in Emilia-Romagna il 7% della popolazione, di cui 1000 bambini/e. Gli studi ci dicono che l’incidenza è destinata a crescere in tutto il mondo. Le politiche della sanità regionale sulle cronicità hanno di molto ridotto le complicanze associate, come la cardiopatia ischemica, l’infarto e l’impatto oculare. Inoltre, c’è sempre stata una particolare attenzione alla prevenzione come alla cura e assistenza integrate tra i diversi professionisti sia dell’ospedale che del territorio, del sanitario e del sociale. La collaborazione stretta con le associazioni dei pazienti e delle famiglie ha portato ad una organizzazione più orientata ai bisogni, con Centri provinciali di Diabetologia Pediatrica, 23 strutture diabetologiche e 60 ambulatori periferici che si occupano di diabete mellito tipo 1, in gravidanza, mellito tipo 2 con complicanze; e servizi di cura presenti nelle Case della Salute.

La Regione Emilia-Romagna ha poi costituito il “Comitato di indirizzo della malattia diabetica”, composto da professionisti della Regione e dell’Agenzia Sanitaria e Sociale, da rappresentanti dei medici diabetologi, dei pediatri e dei medici di famiglia, dalle Direzioni delle Aziende Usl (nella foto sono con la direttrice sanitaria dell’Ausl reggiana Cristina Marchesi) e non da ultimo dalle Associazioni dei pazienti. Dal 2015 si collabora attivamente per introdurre farmaci antidiabetici sempre più efficaci, per superare limitazioni e per formare le persone, compresi gli stessi pazienti, a prevenire e gestire la malattia. Si tratta di un metodo prezioso e la volontà è quella di adottare una programmazione sempre più partecipata e rispondente ai bisogni espressi nei singoli territori.