(Bologna, 26 novembre) Amministratori e amministratrici locali della provincia bolognese in prima linea nella lotta alle discriminazioni, in raccordo e sempre più stretta collaborazione con la Regione. Questo è il forte messaggio uscito dall’incontro promosso dalla Consigliera delegata alle pari opportunità della Città metropolitana di Bologna, Mariaraffaella Ferri con il Tavolo politico metropolitano a cui partecipano, in particolare, le/gli assessore/i con delega alle pari opportunità referenti dei distretti del territorio, che hanno espresso l’esigenza di fare un approfondimento rispetto alla Legge regionale n. 15 del 2019 “contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. Unanime l’apprezzamento per il faticoso ma proficuo percorso intrapreso dalla Commissione che presiedo -e poi da tutta la maggioranza in Assemblea- sin dalla presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare contro l’omotransnegatività, perché il suo esito corrisponde ad esigenze molto sentite di riconoscimento e promozione di diritti da cui le persone LGBTI erano tagliate fuori.

Unanime anche una consapevolezza: per realizzare queste norme, siano nel campo della salute, della formazione, del lavoro o della promozione culturale, sarà ancora più importante “fare rete”. I Comuni chiedono anche per il futuro il sostegno della Regione per supportare iniziative ed esperienze, in parte già in corso a livello locale, che sensibilizzano sul rispetto delle differenze e diversità e che offrono pari opportunità alle persone Lgbti. La stessa Rete antidiscriminatoria Re.A.Dy, che riunisce tante pubbliche amministrazioni in Italia, rappresenta un sostegno di visibilità e promozione fondamentale. La Regione, che ne è partner dal 2014, ha fatto e continuerà a fare la sua parte assieme ai Comuni aderenti, che cresceranno. Con il primario obiettivo di far uscire dall’invisibilità e dalla solitudine persone che non si sentono ancora libere di essere ciò che sono.

Tutto ciò a Bologna.. mentre a Forlì la Giunta comunale leghista bloccava i fondi provenienti dalla Regione per un progetto di formazione psicologica e giuridica, rivolta agli operatori e alle associazioni interessate, riguardante la “prevenzione e contrasto alle violazioni dei diritti umani e alle diverse forme di prevaricazione legate al genere e all’orientamento sessuale“. Motivazione dell’assessora alle pari opportunità (!): “Noi pensiamo che il modello famigliare con padre, madre e figli sia una verità antropologica e non uno ‘stereotipo’”. Vedi anche l’articolo su Repubblica online. VEDI ANCHE LA PRESENTAZIONE NELLA CITTA’ DI PARMA: