Dalla Relazione finale di 245 pagine della Commissione speciale d’inchiesta circa il sistema di tutela dei minori nella regione Emilia-Romagna, ecco una sintesi fedele delle rilevazioni e dati raccolti nonché delle proposte di intervento sul piano nazionale e dell’impegno che ci siamo assunti in Regione. Rispondiamo punto per punto a chi mistifica e accusa le Amministrazioni pubbliche e i Servizi sociali emiliano-romagnoli di “fabbricare mostri”, “sottrarre sistematicamente bambini alle loro famiglie”, “tacere su Bibbiano”, “aver istituito una commissione-farsa” ecc. ecc. per pura spregiudicata propaganda elettorale. Sotto questa sintesi, che metto a disposizione, riporto la conferenza stampa indetta dal PD piacentino per dire basta all’odio indiscriminato diffuso dalle destre.
7 ASSISTENTI SOCIALI INDAGATI SU 2.500 OPERATORI
6 BAMBINI AL CENTRO DELLE INDAGINI SU 3.000 MINORI FUORI FAMIGLIA … NON POSSONO GIUSTIFICARE L’ALLARME SOCIALE DIFFUSO SUL TEMA
LA RELAZIONE FINALE RACCOGLIE IL LAVORO DI 4 MESI MOLTO INTENSI CON OLTRE 25 SEDUTE, 45 AUDIZIONI DI OLTRE 70 PERSONE COINVOLTE E CHE SI SONO RESE DISPONIBILI A DARE IL LORO CONTRIBUTO
E’ STATO UN LAVORO SERIO E MOLTO IMPEGNATIVO SIA DAL PUNTO DI VISTA UMANO CHE ISTITUZIONALE E POLITICO, DIRETTO ESCLUSIVAMENTE ALLA TUTELA DELL’INTERESSE SUPERIORE DEI BAMBINI
LA RELAZIONE NON ESPRIME GIUDIZI NÉ SULL’INCHIESTA NÉ SUI FATTI E SOPRATTUTTO SULLE CONDOTTE INDIVIDUALI DEI SOGGETTI INDAGATI PER LA VAL D’ENZA, CHE RESTANO DI ESCLUSIVA COMPETENZA DELLA MAGISTRATURA, A CUI VA TUTTA LA NOSTRA FIDUCIA PER FARE PIENA LUCE SU UNA VICENDA CHE HA PORTATO DOLORE E SOFFERENZA A MINORI, FAMIGLIE E INTERE COMUNITA’
DATI SU MINORI FUORI FAMIGLIA
Il quadro regionale sui minori in affido e accolti in comunità è rilevato dal sistema informativo SISAM-ER (su bambini, ragazzi e servizi sociali della Regione Emilia-Romagna), SIPS (banca dati dei presidi e dei servizi socioassistenziali) e SINPIA-ER (servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Emilia-Romagna).
- Dal 2014 al 2017 i minori residenti presi in carico, cioè formalmente seguiti dai servizi sociali territoriali, sono quasi 8 su 100.
- L’elaborazione dei dati SISAM-ER evidenzia che la percentuale più elevata di minori in carico ai servizi sociali rispetto alla popolazione dei minori nel 2017 risulta in corrispondenza della Provincia di Piacenza (13,63%) seguita da Ravenna (9.94%), Modena (9,61%), Parma (8,80%) e Reggio Emilia (8,20%).
- I minori stranieri in carico ai servizi sociali rispetto agli stranieri residenti dal 2010 al 2017 a livello regionale hanno una incidenza che varia tra il 22 e il 25%, sostanzialmente in linea con la presa in carico dei minori italiani.
- In Emilia-Romagna sono 2.970 i minori fuori famiglia (pari al 4,19 per mille residenti minorenni) e di questi 1.529 sono in affido familiare (2,16 ogni mille residenti minorenni) e 1.441 in Comunità (2,03 ogni mille residenti minori). Dal confronto territoriale peri minori fuori famiglia si rileva un tasso maggiore, rispetto quello regionale, per i territori di Piacenza (6,55), Reggio Emilia (5,71) e Bologna (4,90). Tassi elevati dell’affido famigliare (che è lo strumento principale e favorito di sostegno ai minori e alle famiglie in difficoltà) rispetto alla media regionale che è 2,16 si riscontrano in corrispondenza di Piacenza (4,61), Reggio Emilia (4,29) e nello specifico risulta un valore di 3,32 in Val d’Enza, inferiore a quello medio della Provincia di Reggio Emilia.
- I minori vittime di violenza e maltrattamenti (fisici, psicologici, violenza assistita, abuso sessuale, abuso on line, incuria trascuratezza, bullismo e cyberbullismo) a carico dei servizi sociali territoriali per Provincia nell’anno 2017 (fonte SISAM) risultano: 449 nelle provincia reggiana su un totale di 2.028 in regione (in maggioranza femmine per lo più nella fascia di età tra i 6 e i 14 anni, ma anche nella fascia 0-5 anni). Tale valore in percentuale del 5,83%, se rapportato al totale dei minori in carico, risulta confrontabile con quello di altre province (Ferrara e Forlì-Cesena, quest’ultimo anzi superiore col 6,77%), e -analogamente- se raffrontato con il totale dei minori residenti (4,78 per mille, dato superiore alla media regionale ma confrontabile con quello di Ferrara e Ravenna). A Bologna nello stesso anno i minori vittima in carico ai servizi risultano 333, a Modena 239, chiude Rimini con 58.
- Nel confronto dei dati di Italia, Spagna, Francia (9,5 ogni mille), Germania (9,6 ogni mille) e Inghilterra, risulta che Italia (2,6 ogni mille) e Spagna (3,9 ogni mille) sono i Paesi che allontanano meno i minori dalle famiglie rispetto agli altri.
CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
- Il privato sociale affianca il pubblico nella gestione delle comunità di accoglienza che entrano in campo quando non ci sono famiglie affidatarie disponibili a prendere in carico il minore oppure quando il contesto familiare non è idoneo e la comunità diventa la soluzione migliore.
- Le famiglie affidatarie che si rendono disponibili a sostenere i minori e le famiglie in difficoltà svolgono un ruolo molto importante nell’accoglienza temporanea dei minori con grande spirito di solidarietà.
- Le linee di indirizzo regionale sui minori sono state giudicate di ottima qualità, da applicare con ancora più forza per rendere omogenei i servizi minori di esclusiva competenza dei Comuni. Ci vorrà un forte spirito di collaborazione che tutti hanno condiviso.
- Per quanto riguarda l’esternalizzazione dei servizi e in particolare il sistema dei controlli affidati a psicologi e pedagogisti dopo la presa in carico dei minori, si ritiene necessario un potenziamento del personale pubblico delle neuropsichiatrie infantili e anche i servizi educativi territoriali. Il ricorso al privato è il fulcro del caso Val d’Enza: ferma restando l’autonomia dei Comuni su questi temi che la Regione non può in alcun modo violare, è necessario potenziare il personale e le competenze pubbliche da utilizzare quanto più possibile in via esclusiva.
- Ci sono tante domande a cui si è cercato di rispondere con approfondimenti puntuali e sicuramente si è compreso quanto il sistema normativo nazionale sia complesso, inadeguato, frammentato soprattutto per quanto attiene l’applicazione dell’allontanamento d’urgenza di cui agli artt. 403 e 336 comma 3 c.c. e le garanzie di difesa e contraddittorio con la famiglia di origine.
- È emersa da più voci la professionalità degli operatori, ma anche i carichi di lavoro nell’ambito quello dei minori delicatissimo che va supportato da molta esperienza sul campo e da esperti giuristi a supporto dei servizi e del minore.
- La Regione non finanzia specifiche attività che riguardano minori perché sono di esclusiva competenza dei Comuni. La Regione attraverso il Fondo Sociale Regionale trasferisce ai Comuni risorse a sostegno della funzionalità dei servizi che vengono gestiti in via esclusiva dai Comuni stessi o dall’Unione. Oggi è difficile collegare finanziamenti con casi e progetti individuali. E’ stata così fatta la proposta di costituire un Fondo vincolato per l’applicazione delle linee di indirizzo regionali alla gestione dei minori all’interno del Fondo Sociale.
- Oggi esiste un monitoraggio regionale di applicazione delle linee guida. Crediamo sia necessaria l’istituzione di un osservatorio regionale sull’infanzia e adolescenza che assuma con metodo scientifico, coinvolgimento largo di tutti i soggetti coinvolti nella protezione, tutela e sostegno ai minori, nonché in forma integrata all’osservatorio nazionale, la raccolta dei dati nonché la lettura quali-quantitativa degli stessi per adeguare azioni e politiche regionali e locali con rigore ed efficacia. Anche per evitare com’è avvenuto in Commissione la presentazione di dati discordanti, numeri senza riscontro che possono alimentare interpretazioni sbagliate.
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