(Bologna, 22 novembre) Ho preso parte alla conferenza stampa che ogni anno, in vista della Giornata internazionale contro la violenza di genere, organizziamo in Regione assieme al coordinamento dei Centri antiviolenza, potendo basarci sulle rilevazioni anche qualitative dell’Osservatorio regionale sulla violenza attivato in applicazione della Legge quadro per la parità. Portiamo così in evidenza i numeri aggiornati, dietro a cui ci sono drammi vissuti da donne di ogni età ed estrazione sociale e, troppo spesso, dai loro figli e figlie. Una sensibilizzazione e azione culturale che dura tutto l’anno e che si unisce ad un contrasto diffuso e servizi di protezione sempre più solidi. Nel 2018 sono stati 4.871 i contatti con le strutture di aiuto dell’Emilia-Romagna, anche tramite semplice e-mail o telefonata, di donne che chiedono sostegno per una violenza ricevuta, 3.486 le donne che seguono un percorso, di cui 2.454 nuove accolte (il 70%). Il 92% delle violenze subite dalle donne è stato di tipo psicologico (64,2%), fisico (40,5%), sessuale (15,4%) e vengono principalmente effettuate dal partner o ex partner (82%). Una tendenza che non si discosta da questa linea anche nelle stime del 2019, con circa 1.750 donne in percorso nei primi sei mesi dell’anno, di cui circa 1.250 nuove accolte.
Si rafforza al contempo la rete di accoglienza, con 21 Centri antiviolenza, 40 Case rifugio (un centro e casa rifugio in più rispetto al 2017) e 2 in corso di apertura nel 2019. A inizio legislatura, nel 2014, erano 14 i Centri antiviolenza e 22 le Case rifugio. Aumentano anche i centri per il trattamento di uomini autori di violenza, passati da 10 a 15 nell’ultimo anno, con una copertura su tutto il territorio regionale. Come ha ricordato l’assessora Emma Petitti dal 2016 al 2018 sono stati destinati a questo ambito circa 11 milioni di euro, che comprendono 5,7 milioni di fondi statali, 4 milioni dalla Regione, attraverso il bando Pari opportunità per la prevenzione e 1 milione per il bando donne e lavoro. Dei 5,7 milioni investiti nel settore da fondi ministeriali, di questi la Regione ne ha destinati 3,2 per il mantenimento delle strutture esistenti,1,1 per l’incremento di nuove strutture e 1,2 milioni per l’innovazione (formazione operatori, sistema informativo, ecc.). La Regione ha incrementato l’impegno in questa legislatura per promuovere una cultura contro la violenza di genere e per supportare e accogliere chi ne abbia necessità. In tutto il territorio regionale vi sono oggi strutture che possono dare rifugio alle donne che hanno bisogno di allontanarsi dalla famiglia, perché il più delle volte è proprio tra le mura di casa che si svolge la violenza. Il rapporto dell’Osservatorio conferma la fiducia sempre maggiore delle donne che abbiano subito violenza nel ricorrere alle strutture regionali, e anche degli uomini, che vedono crescere i centri a loro dedicati. La Regione ha molto investito sulla prevenzione, finanziando progetti di sensibilizzazione e educazione che solo nel 2018 hanno coinvolto circa 13.400 studenti, 900 insegnanti, circa 1900 operatori (sociali, sanitari, forze dell’ordine, giornalisti, ecc.) e 1500 donne vittime di violenza o a rischio di subirla. LEGGI ANCHE:
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