(COMUNICATO 30 ottobre) Si è concluso nei giorni scorsi il percorso che ha portato alla definizione della portavoce reggiana nella Conferenza nazionale delle donne democratiche, assemblea prevista dallo Statuto del Partito Democratico e fortemente voluta dal Segretario Nicola Zingaretti. Per la provincia di Reggio Emilia è stata scelta come delegata nazionale la consigliera regionale Roberta Mori, che ringrazia le donne aderenti alla Conferenza e promette battaglia: “In questi tempi confusi e feroci, occorre immettere nella politica il pragmatismo e l’idealità delle donne, per combattere le battaglie giuste contro le disuguaglianze. Le reggiane sono eredi di una grande donna delle istituzioni come Nilde Iotti, che sapremo onorare nel centenario dalla nascita”. La conferenza regionale riunitasi a Bologna ha poi ratificato i risultati, ossia le nove delegate provinciali dell’Emilia-Romagna che comporranno le 100 donne della Conferenza nazionale: oltre a Mori si tratta di Lucia Bongarzone, Anna Cagnolati, Mirella Dal Fiume, Daniela Depietri, Barbara Fornasari, Federica Mazzoni, Alice Morotti, Marcella Zappaterra.

L’On. Antonella Incerti è stata delegata dal Gruppo Pd della Camera dei Deputati per comporre la quota delle parlamentari della Conferenza nazionale. Nei mesi scorsi l’On. Incerti ha coordinato per la Segreteria del Pd reggiano il percorso di adesione alla nuova Conferenza, percorso partecipato sia dalle iscritte, che anche da simpatizzanti che hanno deciso di dare il loro contributo in un luogo di elaborazione politica al femminile trasversale, autonomo e libero. Ne è seguito un ampio dibattito, con tanti interventi con al centro una richiesta di forte protagonismo femminile. Un protagonismo, quello che portato alla costituzione della conferenza delle donne, sottolineato anche nell’assemblea provinciale del PD dalla presidente Gigliola Venturini. Nel “Manifesto d’intenti della conferenza delle donne democratiche”, alcuni passaggi significativi anche in merito alle cosiddette “quote rosa”. La scelta del PD di avere il 50% di donne nei luoghi della decisione – si legge – non può limitarsi ad un effetto quantitativo, per quanto importante: la presenza massiccia e paritetica delle donne in luoghi dove prima c’erano prevalentemente uomini deve sempre più ‘fare’ la differenza. I saperi delle donne, la loro soggettività politica, devono diventare un terreno di confronto culturale per tutti, una sfida per una ricollocazione politica, ideale e programmatica, delle democratiche e dei democratici nella società italiana”. E ancora: “Il futuro non è un destino già scritto, è un progetto del quale le donne vogliono e devono essere protagoniste”.