PARI OPPORTUNITA’, MORI CHIEDE INCONTRO URGENTE ALLA MINISTRA BONETTI: “TROPPI RITARDI SULLA PARITA’ DI GENERE, IL FAMILY ACT SIA DECLINATO NEL RISPETTO DEI DIRITTI DELLA PERSONA”
(Comunicato stampa 9 ottobre 2019) La coordinatrice nazionale delle commissioni PO scrive al Governo. “Abbiamo proposte per il lavoro femminile e i servizi che servono: chiediamo confronto per una svolta”. Prima le congratulazioni per l’incarico «finalmente assegnato con delega ministeriale dopo sei anni e tre Governi ove le Pari Opportunità non ne sono state ritenute degne», poi la richiesta di un incontro urgente a Roma per avanzare proposte utili a contrastare le tante discriminazioni di genere che alimentano intolleranza ed emarginazione anche economica, a rafforzare i servizi che servono davvero alle donne lavoratrici, a sconfiggere culturalmente la piaga sociale dei femminicidi. Questi in sintesi i contenuti della lettera inviata oggi alla Ministra Elena Bonetti a nome del coordinamento nazionale delle Commissioni pari opportunità regionali.
«L’odio, gli attacchi sessisti via web e sui media non vanno sottovalutati ma al contrario fermati in fretta – sottolinea la coordinatrice nazionale e presidente della Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna, Roberta Mori – il che significa sanzioni accanto ad un investimento educativo e culturale che sino ad ora è mancato e segnali precisi di valorizzazione delle donne.» Per questo nella lettera si richiama l’attenzione della Ministra «sulle numerose, imminenti nomine in organismi o enti di grande rilevanza nazionale, che richiedono una congrua partecipazione di competenze femminili, facilmente rintracciabili ove vi sia la volontà».
Attuare la Convenzione europea di Istanbul contro la violenza sulle donne è urgente e richiede una legge quadro nazionale per la parità tra donne e uomini che, superando l’attuale frammentazione, metta al centro i diritti della persona. «Per intenderci – spiega Mori – i diritti vanno promossi in ogni ambito, dalla salute alla formazione, dagli sgravi fiscali sul lavoro ai servizi di welfare che servono in un Paese dove il 61,5% delle donne non sono pagate adeguatamente o non lo sono affatto, dove lavorano (non retribuite) ogni anno circa 40 giorni in più, quando lavorano, dal momento che l’occupazione femminile è ferma sotto il 50%.». Un preciso riferimento infine, nella lettera, al Family Act annunciato dalla Ministra Bonetti: «appare un programma utile a rafforzare i servizi essenziali di conciliazione per un rilancio doveroso della natalità e del lavoro delle donne italiane, da declinarsi però nel pieno rispetto dei diritti individuali anche nell’esercizio della responsabilità genitoriale e di cura.»
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