(Bologna, 22-24 giugno) “Salvo diversa decisione della Conferenza dei Capigruppo, la legge contro l’omotransnegatività è calendarizzata al primo punto della seduta dell’Assemblea legislativa del 9 luglio prossimo.” Questa la comunicazione della presidente Simonetta Saliera resa subito ai soggetti più coinvolti, a cominciare dalla sottoscritta in qualità di presidente della Commissione Parità e Relatrice del progetto di legge di iniziativa dei Consigli comunali di Bologna, Reggio Emilia, Parma e San Pietro in Casale, il presidente del comitato territoriale Arcigay e il presidente onorario e fondatore di Arcigay Franco Grillini. Un annuncio importante, in applicazione dei tempi (sei mesi dall’iscrizione) e modi stabiliti dallo Statuto regionale in materia di iniziativa popolare.

La decisione della presidente dell’Assemblea arriva nel giorno del “Bologna Pride”, la manifestazione dai colori arcobaleno che promuove l’inclusione delle persone Lgbtqi. Anch’io ho partecipato a questa grande festa che afferma la forza dell’amore, delle diversità, della libertà, nel rispetto dei diritti e dei doveri di tutt*. Infine oggi, 24 giugno, la consegna in Presidenza dell’Assemblea di ben novemila firme raccolte a sostegno della legge contro l’omotransfobia e l’omotransnegatività. Ecco la lettera di accompagnamento di Vincenzo Branà, Presidente del Comitato Arcigay “Il Cassero” di Bologna.

«Illustrissima Presidente, nel file che Le fornisco assieme a questa lettera è contenuto l’elenco delle 8.890 persone che hanno scelto di sottoscrivere la petizione online che abbiamo lanciato sulla piattaforma change.org per chiedere l’approvazione del testo di legge regionale contro l’omotransnegatività prima della fine di questa legislatura. La raccolta firme è partita lo scorso 10 maggio, sette giorni prima della Giornata Internazionale contro l’Omo-Lesbo-Bi-Transfobia, quella che ricorda il momento in cui l’Oms stralciò l’omosessualità dall’elenco delle malattie. In poco più di 40 giorni quasi 9.000 persone hanno sottoscritto il nostro appello, cioè più di 200 persone al giorno. Certo, parliamo di firme che non soddisfano i requisiti delle Pubblica Amministrazione, pertanto non hanno alcun valore legale. Ma sono firme vere e ognuna di quelle firme ribadisce l’appello per l’approvazione della legge. Non solo:

lo Statuto della Regione Emilia-Romagna quantifica in cinquemila le firme necessarie per portare all’attenzione dell’Assemblea legislativa una legge di iniziativa popolare. Quella in discussione è già una legge di questo tipo, proposta dai Consigli comunali di Bologna, Reggio Emilia, Parma e San Pietro in Casale (Bo): le firme che Le fornisco vogliono allora rafforzare la richiesta dei territori, con un elenco di nomi e cognomi che restituisca la dimensione di questa mobilitazione. So che le leggi di iniziativa popolare, sempre secondo lo Statuto della nostra Regione, una volta passato il vaglio dell’ammissibilità devono necessariamente essere messe all’ordine del giorno dell’Assemblea e sono certo che Lei, in quanto garante dell’attuazione dello Statuto, renderà effettivo questo passaggio. Queste firme vogliono accompagnare questo automatismo regolamentare con lo spessore della politica, affinché sia evidente la responsabilità che questo percorso porta con sé fino al momento del voto finale. Noi che operiamo nelle associazioni Lgbti quella responsabilità, che ci viene dall’incontro quotidiano e ricorrente coi fenomeni dell’omotransfobia e dell’omotransnegatività, la sentiamo in maniera fortissima ed è per questo che con tanta ostinazione vogliamo che la legge venga approvata. Le chiedo quindi, nella sua veste di Presidente del Consiglio regionale, di trasmettere la notizia della consegna di queste firme ai consiglieri e alle consigliere, affinché possano farsi carico dell’appello che lanciano. RingraziandoLa per l’attenzione, La saluto distintamente

Vincenzo Branà, Presidente Comitato territoriale Arcigay “Il Cassero»