(Bologna, 12 giugno) In Commissione Parità e Diritti delle Persone abbiamo espresso parere favorevole sul progetto di legge regionale “Disposizioni a favore dell’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva”, di iniziativa del Gruppo PD, dopo aver sentito i relatori di maggioranza, Giuseppe Boschini e di minoranza, Daniele Marchetti. 466 milioni di persone nel mondo, circa quattromila persone in Emilia-Romagna, risultano affette da sordità grave o profonda e sono in crescita i casi tra i giovani. La perdita dell’udito già alla nascita o nell’età dello sviluppo può derivare da cause genetiche, problematiche in gravidanza, complicanze alla nascita, alcune malattie infettive, infezioni dell’orecchio, cause per la maggior parte scongiurabili con una corretta prevenzione. Chi vive questa condizione di disabilità, su cui non vi è sufficiente attenzione, deve poter fruire dei diritti fondamentali quali l’accesso alle cure, l’istruzione lungo l’arco della vita, il lavoro.
Diversi sono dunque gli interventi pubblici da mettere in campo per non discriminare nei fatti le persone sorde o sordocieche. Ad esempio il nostro progetto di legge prevede che la Regione promuova conoscenza, diffusione e accessibilità degli strumenti tecnologici, degli ausili, degli impianti e di tutti i servizi utili ad assicurare il superamento dei deficit di comunicazione; sostenga i sistemi di sottotitolazione in tempo reale, il riconoscimento della Lingua dei segni italiana (LIS) e della Lingua dei segni italiana tattile (LIST); promuova i sistemi educativi migliori nel contesto scolastico e assicuri gli screening sanitari per le diagnosi precoci. Importante poi il supporto, anche economico, per accedere ai servizi necessari. La normativa si basa sull’ascolto delle associazioni e dei soggetti portatori di esperienze, bisogni autentici e competenze specifiche. Ecco il metodo giusto che le istituzioni dovrebbero sempre seguire per dare risposte adeguate, per superare le discriminazioni in una società moderna e forte perché inclusiva.
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