L’unica alternativa all’Europa è un’Europa migliore. Per contare nel mondo va riaffermata la forza della nostra diversità, fatta di qualità, diritti sociali e civili, libertà personali e democratiche che non esistono altrove. L’Europa come orizzonte minimo per governare gli effetti e le opportunità della globalizzazione. La nostra ambizione è offrire pace benessere e futuro ai ragazzi e alle ragazze di oggi, alle donne e agli uomini di domani. Per vincere questa sfida le priorità sono la lotta alle disuguaglianze e al cambiamento climatico, l’investimento nel capitale umano e l’innovazione di lavoro e sviluppo partendo dai territori e dalle loro potenzialità. Nel prossimo mandato l’Europa dovrà essere più unita, forte e solidale, costruendo ponti culturali e alleanze politiche che mettano al centro gli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. Mi impegno a mettere a frutto la mia esperienza di coordinatrice nazionale delle Commissioni pari opportunità di Regioni e Province Autonome per promuovere l’uguaglianza sostanziale tra le persone e una compiuta emancipazione femminile. Il gap salariale, la penalizzazione lavorativa delle donne legata alle attività di cura, la loro segregazione formativa e decisionale, sono freni allo sviluppo europeo e di ogni Stato membro che potremo rimuovere con una legislazione più cogente e rafforzando strumenti come il Programma Rights Equality and Citizenship. Vanno applicate le direttive sulla parità di trattamento di uomini e donne in materia di occupazione, impiego e nel lavoro autonomo, va adeguata la direttiva sul congedo di maternità, introdotto il congedo di assistenza per chi si prende cura dei propri cari non autosufficienti. Integrazione europea accanto a integrazione sociale e multiculturale, se sostenute con coerenza, ci rafforzeranno sotto tutti i profili: il recente patto globale sulla migrazione (Global Compact on Migration) per una migliore gestione dei migranti e rifugiati a livello locale, regionale e nazionale, rappresenta un passo in avanti ove coniuga rispetto dei diritti umani, lotta alla tratta e un sistema regolato di diritti e doveri che mette le persone migranti nelle condizioni di arricchire le nostre Comunità attraverso le loro capacità economiche e sociali. L’attuazione su scala europea della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne è una battaglia di civiltà. Per un’Europa della dignità, della parità e del bene comune, mi impegno ad ampliare l’accesso al programma Erasmus a tutti i ragazzi e le ragazze fin dalle scuole secondarie, per costruire una cittadinanza europea consapevole e ricca di opportunità.