Mai come oggi sono stata fiera di far parte delle donne reggiane, scese in piazza contro il disegno di legge del senatore leghista Pillon, metonimia agghiacciante delle politiche discriminatorie di questo governo. La Conferenza provinciale delle Donne Democratiche ha tenuto, e tiene tutt’ora alta l’attenzione su questa proposta parlamentare, mobilitandosi per non vedere approvata una legge che annienta cinquant’anni di lotte ‘di e per le donne’. Del resto, saremmo proprio noi ad essere violate due volte: la prima, nei contesti di violenza
domestica; la seconda, nel momento in cui veniamo private dei nostri elementari diritti di autodeterminazione e delle prerogative genitoriali. La controriforma Pillon del Diritto di famiglia non può che considerarsi misogina e adultocentrica, capace dunque di innescare ulteriori stereotipi di genere o sessisti e tentativi di riportare le donne a condizioni di subalternità sociale. Tra gli aspetti che creano più allarme, l’aumento della conflittualità intra- familiare nelle separazioni, dal momento che si lega rigidamente al coniuge proprietario la permanenza nella casa coniugale, si nega qualunque libera scelta dei figli o figlie minori, si abolisce l’assegno di mantenimento. Se eletta al Parlamento Europeo, mi occuperò con dedizione dei diritti sociali e civili della Persona e lavorerò sodo affinché gli Stati membri dell’Unione Europea, a partire dall’Italia, applichino concretamente la Convenzione di Istanbul per la prevenzione della violenza domestica sulle donne. Perché sui diritti personali non è possibile negoziare.
#scriviMori
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