“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” diceva Primo Levi. Non è mai retorico commemorare i nostri caduti nella Resistenza e celebrare la Liberazione dal nazifascismo, perché nei confronti della Memoria abbiamo una grande responsabilità: quella di trasmetterla con verità, di tramandarla alle nuove generazioni, di nutrirla con speranza e futuro. Questa settimana della Liberazione è stata per me e per molti altri intensa e consapevole, ricca di appuntamenti volti in particolare a ricordarne la diversità, attraverso il coraggio di tanti che hanno preso la strada più difficile, che hanno preso posizione. Già il 24 aprile al Tempio di Adriano, Nicola Zingaretti ha posto l’accento sulla diversità come valore aggiunto della nostra proposta, tracciando le linee di un impegno programmatico e di un approccio culturale differente, critico, che comprende appieno i rischi che nazionalismi e sovranismi portano con sé. Davvero speciale è stata poi la giornata del 25 aprile a Porta Saragozza di Bologna, in memoria delle vittime omosessuali antifasciste e delle donne partigiane. Se chi si è sacrificato in nome della libertà merita sempre di essere ricordato, nella storia anche contemporanea della società sono molte le persone generose, valorose, ma discriminate perché “diverse”. E la testimonianza di Lucy, l’unica transessuale sopravvissuta in Italia alle persecuzioni nazifasciste e al campo di sterminio di Dachau, ha rinnovato l’impegno contro la disumanità. Infine, il Museo dell’Istituto Cervi intriso del ricordo e della forza antifascista dei sette fratelli, di papà Alcide e di mamma Genoveffa, dove coi Modena City Ramblers abbiamo cantato a squarciagola BELLA CIAO. Canto e simbolo di chi non vuole negato il valore della lotta e della resistenza, di chi crede nelle libertà democratiche. Andiamo avanti,
insieme! #scriviMori
Leave A Comment