(COMUNICATO Bologna, 13 marzo) La commissione Parità e Diritti delle Persone, presieduta per l’occasione da Antonio Mumolo e alla presenza delle assessore Pari opportunità del Comune di Bologna Susanna Zaccaria e di Reggio Emilia Natalia Maramotti in qualità di promotrici dell’iniziativa popolare, ha posto le prime basi in discussione generale della legge regionale contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. La relatrice di maggioranza Roberta Mori ha illustrato l’approccio di elaborazione del testo di legge che andrà in approvazione, a partire dal termine ‘omotransnegatività’, contestato ieri in Aula dal consigliere Andrea Galli che aveva parlato di una “legge bavaglio che vuole mettere a tacere le opinioni diverse”. Mori ha spiegato come il termine sia corretto in quanto comprensivo di tutti i comportamenti discriminatori, dietro ai quali non c’è solo una fobia. Ma ha rimarcato: “il mio approccio al testo è e sarà essenziale, eviteremo che la mala interpretazione di una parola porti le persone vittime delle discriminazioni a essere considerate carnefici”. Altro elemento sollevato riguarda l’autodeterminazione, ove attiene all’identità di genere.
“Lo ritengo un tema fondamentale- ha detto Mori- ma dobbiamo stare attenti, perché la Regione non può ergersi a garante e a tutela assumendo competenze che solo lo Stato detiene.” Meglio un richiamo esplicito alla normativa nazionale per chiunque voglia intraprendere un percorso di transizione, che la Regione dovrà poi sostenere. Nessuna blindatura del testo base di iniziativa popolare dunque, ma al contrario approfondimento giuridico delle materie di competenza, attenzione per tutte le sensibilità e proposte, comprese quelle contenute nel progetto di legge abbinato a prima firma di Silvia Piccinini del Movimento5Stelle. Dopo gli interventi del relatore di minoranza Michele Facci, di Giancarlo Tagliaferri (“la lotta alle discriminazioni omofobe non è un’emergenza e mi sembra più che altro una legge fatta per finanziare le associazioni Lgbt”), di Silvia Prodi, Igor Taruffi, Giuseppe Paruolo e Paolo Calvano (“questo problema spesso resta nascosto ma c’è eccome, la Regione fa bene a contrastare anche le discriminazioni per orientamento sessuale”) la Relatrice Mori ha confermato l’impegno ad approvare una legge utile: “non voglio un provvedimento ‘bandiera’, per rispetto delle persone che sono vittime di discriminazioni”. E riguardo ad alcuni dubbi espressi sulle modifiche al vaglio ha precisato: “Gli elementi di novità che esamineremo saranno sempre rafforzativi, non ci saranno passi indietro rispetto al testo di iniziativa dei Comuni, ma chiariremo elementi di ambiguità che mettono a rischio il provvedimento o possono aprire la strada a ricorsi”.
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