(12 marzo) Progetti di cooperazione allo sviluppo destinati a popolazioni con cui la nostra Regione ha legami storici come Senegal e Mozambico, più nuovi investimenti in Camerun, Burundi, Burkina Faso e Kenya. Un piano da 908mila euro, stanziati per oltre 20 attività: dall’istruzione e formazione al sostegno alle cooperative agricole, all’accoglienza di circa 1.000 bambini provenienti da Chernobyl, dal Saharawi e da altri Paesi, che hanno potuto curarsi grazie al sistema sanitario regionale. In Assemblea abbiamo svolto la relazione sullo stato di attuazione del Piano triennale 2016/2018 per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in via di transizione, che ha adeguato gli obiettivi a quelli dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità del pianeta, coordinando il lavoro di associazioni, Ong e volontariato.
Si tratta di una concreta solidarietà internazionale che la Regione Emilia-Romagna alimenta da decenni (e lo scorso anno abbiamo incrementato il Piano) perché crediamo nel sostegno all’autonomia produttiva e allo sviluppo di territori poveri del mondo, funestati da siccità, conflitti e sfruttamento. Gli aiuti sono devoluti attraverso accreditati partner locali, che fanno da tramite anche a privati che contribuiscono ai finanziamenti, quali Ong, onlus, reti di volontari, associazioni, cooperative e imprese. 4 progetti per sviluppo economico, educazione e formazione hanno interessato i territori palestinesi, altri anche i paesi del bacino sud del Mediterraneo come Tunisia, Marocco ed Egitto. In Aula abbiamo ricordato i cooperanti rapiti in Africa come Silvia Romano e quelli rimasti vittima dell’incidente aereo in Etiopia.
Leave A Comment