LE PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PARI OPPORTUNITA’ SI ALLEANO CON LA CONSIGLIERA DI PARITA’ NAZIONALE. La coordinatrice nazionale delle CPO di Regioni e Province Autonome, Roberta Mori: “Fronte comune per i diritti femminili sul lavoro, la Legge Golfo-Mosca va prorogata e rafforzata”. Le presidenti preoccupate dai segnali di regressione: “chiediamo di essere ascoltate in Senato sul DDL Pillon”. (Comunicato stampa del 5 marzo) Adesione e sostegno alla proposta legislativa di proroga della Legge Golfo-Mosca per l’equa partecipazione nei consigli di amministrazione che, alla luce degli importantissimi esiti ottenuti, va consolidata nel tempo. E, per superare le discriminazioni di genere in tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, fronte comune con la rete delle Consigliere di Parità, nazionale e regionali. Queste fra le principali decisioni assunte dalla Conferenza nazionale delle presidenti CPO di Regioni e Province Autonome, riunitasi a Roma nella sede della Conferenza delle Regioni alla presenza di Franca Cipriani, la Consigliera di Parità nazionale.

«Stiamo attraversando un periodo difficile, di attacco a volte subdolo a volte violento dei diritti femminili e delle conquiste civili, – sottolinea a nome delle Presidenti la coordinatrice nazionale e presidente della Commissione Parità dell’Emilia-Romagna, Roberta Mori – basti pensare all’oscurantista disegno di legge Pillon ancora in discussione in Senato nonostante le innumerevoli richieste di ritirarlo, o alle recenti motivazioni rese dalla Corte d’Appello di Bologna alla sentenza di dimezzamento della pena per un femminicida, motivazioni che ci riportano dritti al passato e all’inciviltà del “delitto d’onore”.» Sul DDL Pillon “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”, la Conferenza delle Presidenti chiede di essere ascoltata in audizione dalla Commissione Giustizia

per portare le ragioni del no al provvedimento in rappresentanza di associazioni, operatori e operatrici dei rispettivi territori preoccupati del benessere dei minori come della visione sessista e distorta che viene portata avanti.  Fra gli altri temi toccati nell’incontro sono in primo piano i gap retributivi e di carriera delle lavoratrici, su cui la Consigliera di Parità nazionale Franca Cipriani ha parlato di «evidenti passi indietro» soprattutto a causa dell’insufficiente investimento dello Stato nelle tutele attive e in istituti quali appunto i/le Consiglieri/e di Parità. «Risorse del tutto insufficienti e frammentazione delle competenze antidiscriminatorie stanno di fatto bloccando le azioni di ripristino dei diritti e a farne le spese sono sempre le donne» – afferma la Cipriani. Proprio per superare l’attuale frammentazione e dispersione degli organismi antidiscriminatori («di fatto le persone non sanno a chi rivolgersi per avere risposte efficaci, occorre riunire anche fisicamente gli uffici»), le presidenti delle Commissioni Pari opportunità regionali e la Consigliera nazionale di Parità hanno deciso di coordinarsi e fare fronte comune, soprattutto sui territori. «In mancanza di una legge statale che finalmente chiarisca e coordini i ruoli di Garanti, Commissioni PO e Consigliere di Parità, daremo l’esempio a livello volontario e con iniziative comuni. Ma continueremo a batterci per rafforzare gli strumenti e diritti in modo trasparente e strutturale» – promette Roberta Mori. La prossima iniziativa, in occasione dell’8 marzo, è una mobilitazione di sostegno alla proposta legislativa di proroga della Legge Golfo-Mosca per l’equa partecipazione nei consigli di amministrazione che, al momento, terminerebbe i suoi effetti nel 2022. Gli esiti di questa legge sono stati fondamentali: se nel 2010 le donne rappresentavano solo il 6% dei componenti dei consigli di amministrazione delle società quotate, nel 2018 la percentuale è aumentata al 33,5. Non solo, gli studi dimostrano che l’ingresso delle nuove amministratrici ha contribuito a modificare altre caratteristiche dei cda, riducendo l’età media, aumentando il livello medio di istruzione e migliorando il background professionale. «Aderiamo alla richiesta di ulteriori tre mandati di durata delle disposizioni contenute nella Golfo-Mosca – annuncia in conclusione la presidente Mori – affinché il cambiamento culturale prodotto diventi un principio acquisito di miglioramento della società nel suo complesso.»