(Reggio Emilia, 23 febbraio) “100 VOCI ALLA CASA DELLE STORIE, per salvare bellezza e restare umani” è il titolo del progetto promosso dal Teatro dell’Orsa con il patrocinio dell’Assemblea Legislativa regionale. Un evento aperto ai contributi di tutti, grandi e piccoli, italiani e stranieri, donne e uomini, per una cittadinanza attiva che cuce gli strappi di questo fragile periodo. Dopo un analogo evento a gennaio, sono stata invitata dalla Direttrice Monica Morini a partecipare, portando i saluti dell’Assemblea e una delle parole che compongono questo mosaico di significati. Nell’attuale mandato la Regione Emilia-Romagna ha triplicato i fondi a sostegno della cultura perché la cultura è nutrimento, è sviluppo per l’intera società. E la Casa delle Storie è uno dei luoghi di cultura dove il pensiero critico e profondo diventa coinvolgente rappresentazione, dove le parole si riprendono il potere di rigenerare il mondo.
Alcune parole sono storie come quella di Djibril Cheickna Dembélé detto Gibril, partito dal Mali a 17 anni, scappato da torture e persecuzioni. Ha percorso Nigeria, Camerun, Algeria, Libia e in Italia ha trovato una possibilità di futuro. Gibril ha scelto di salvare la parola #felicità. La parola che ho scelto io è #sorellanza, cioè un patto sociale, civile, etico ma anche emozionale da costruire. Un patto tra donne, tutte le donne del mondo. Un legame di genere che affonda le proprie radici nella notte dei tempi, ma che i tempi appunto, il patriarcato, la segregazione, le discriminazioni, hanno sopito e nascosto sotto la coltre dei secoli fino a noi. Essere sorelle significa prima di tutto essere donne che sentono una comune appartenenza al genere umano e al genere femminile contro ogni sopruso, ogni sopraffazione, ogni discriminazione partendo da sé. La sorellanza è un’alleanza vitale e intensa che si nutre di consapevolezza, perché come si sa “donne non si nasce, ma si diventa”.
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