(Bologna, 18 febbraio) Circa 60 Uffici di Prossimità distribuiti in tutta l’Emilia-Romagna, dove si potranno ad esempio ottenere informazione e consulenza su tutele, curatele e amministrazioni di sostegno, o reperire la modulistica adottata negli uffici giudiziari, depositare atti e avere un supporto per preparare attività che non richiedono l’ausilio di un legale; con considerevoli vantaggi per quanti risiedono in territori periferici e hanno difficoltà ad accedere alle sedi rimaste dopo la chiusura dei piccoli Tribunali. In occasione della firma del Patto regionale “Per una giustizia più efficiente, integrata, digitale e vicina ai cittadini” l’assessora al bilancio, riordino e pari opportunità Emma Petitti ha spiegato il progetto, finanziato nell’ambito del Piano operativo nazionale Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. Presenti alla firma anche il sottosegretario del Ministero della Giustizia Vittorio Ferraresi, il presidente della Corte d’Appello di Bologna Giuseppe Colonna, il procuratore generale della Repubblica Ignazio De Francisci.

Il Patto regionale favorisce anche il dialogo tra i sistemi informativi della giustizia e quelli regionali e territoriali coordinando le Pubbliche amministrazioni, sostiene progetti di formazione e ricerca sulla digitalizzazione dei processi e sull’organizzazione del sistema giustizia e/o dei flussi amministrativi, supporta i servizi del sistema giudiziario territoriale. La dotazione totale sugli Uffici di prossimità è di 34 milioni per allestimento delle sedi, formazione del personale, informatizzazione e comunicazione sul territorio con iniziative. La ripartizione delle risorse tiene conto della dimensione demografica, dell’impatto geografico delle sedi soppresse, delle iscrizioni a carico pendente in volontaria giurisdizione: all’Emilia-Romagna vanno oltre 2 milioni 153 mila euro. Gli Uffici potranno essere ospitati dai Comuni e dalle Unioni dei Comuni individuati a seguito di avviso pubblico di manifestazione di interesse. Si conferma la centralità della giustizia per l’intero sistema regionale, che già si avvale tra gli altri del progetto Justice-ER e del protocollo per l’assegnazione temporanea del personale regionale rinnovato lo scorso settembre.