(Bologna, 10 febbraio) Nicola Zingaretti e il pensiero complesso, ricco, diverso e attuale delle donne. Da questo connubio una iniziativa di Piazza Grande “al femminile”, che riempie di contenuti opposti alle politiche regressive di governo, la proposta complessiva del PD in vista delle elezioni Primarie per l’Italia del 3 marzo. Tutti i contributi della giornata, egualmente importanti, sono disponibili a questo LINK. Personalmente ho coordinato il dialogo con la segretaria CISL Emilia-Romagna Rosa Maria Papaleo, l’assessora regionale pari opportunità Emma Petitti, la presidente della Fondazione Altobelli e componente segreteria CGIL di Bologna, Anna Salfi. Voci da un’Italia reale che non trova nelle ricette giallo-verdi la risposta giusta al disagio, anzi ne avverte l’inadeguatezza per abbattere le disuguaglianze. Ho voluto sottolineare qualche dato, ad esempio, secondo il World Economic Forum se nel mondo si abbattessero i gap di genere il Pil crescerebbe di +5,3 miliardi di dollari.
Al ritmo attuale (l’Italia è ancora al 70° posto tra 149 Paesi per parità di genere) ci vorranno letteralmente secoli prima di colmare la distanza tra uomini e donne, cioè prima di liberare quelle risorse femminili indispensabili alla nostra crescita, prima di abbattere anche i costi altissimi non solo umani ma economici, delle violenze di genere. Un messaggio forte è uscito dagli interventi: scommettiamo sulle donne per un’Italia più giusta e sostenibile, con un’agenda politica alternativa alle destre, ai sovranisti, agli oscurantisti, ai tanti “Pillon” mascherati da democratici. Nelle sue conclusioni Nicola Zingaretti ha sottolineato come la politica che vogliamo si fondi sulla ricchezza delle differenze e debba perciò superare quelle forme di diffidenza e paura che hanno penalizzato il PD. L’impegno, anche rilanciando la Conferenza delle Donne Democratiche, è dunque dispiegare le grandi potenzialità della cultura e della differenza femminile, e non solo. Oggi assistiamo ad un cambiamento antropologico, una volontà di dominio nuova, senza filtri istituzionali.
Sembra questo il tempo della delegittimazione della democrazia, dove si teorizza la destrutturazione del sistema sin qui conosciuto e dove, in questa transizione, la violenza assume forme preoccupanti e regressive. Un grande inganno da disvelare quello del sovranismo che parte dalla difesa dell’Io, in un tempo nel quale la dimensione digitale ha portato l’individuo a vedere una dimensione globale senza avere gli strumenti per superare le paure e la solitudine che l’accompagnano. Per questo abbiamo la responsabilità di affermare nella società di oggi il pensiero democratico. Nel cuore di questa nostra proposta culturale, al primo posto vi è la sostenibilità ambientale e sociale di ogni riforma, vi è una Scuola pubblica ed una Sanità universalistica da riaffermare in concreto, ribaltando quella tendenza in atto da tempo che sta espellendo milioni di italiani e italiane dall’accesso alle cure, dal diritto alla salute.
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