(6 febbraio) Prosegue in commissione Parità e Diritti delle Persone il percorso del progetto di legge di iniziativa popolare contro l’omotransnegatività e le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. L’audizione di oggi del professor Angelo Schillaci, docente di diritto pubblico comparato all’Università La Sapienza di Roma, ha rappresentato una tappa di conoscenza e approfondimento giuridico rilevante per arrivare ad un testo incisivo, equilibrato e rispettoso delle competenze statali. Le Regioni – ha spiegato il docente costituzionalista – rivestono un ruolo fondamentale per la prevenzione e il contrasto dei comportamenti discriminatori nonostante i limiti sanciti. L’ambito dell’omotransnegatività e dell’omotransfobia lo dimostra perché, pur non potendo intervenire sull’ordinamento penale o civile generale, la Regione può mettere in campo una serie di politiche attive che rafforzano la cultura e la tutela della pari dignità sociale delle persone nel rispetto delle differenze.

Importante, secondo Schillaci, è coinvolgere le associazioni impegnate in tali ambiti, che sono interlocutrici preziose della politica e delle istituzioni, così come lo è il tema del mondo del lavoro e delle imprese. Ad esempio quasi tutte le leggi in materia approvate o ancora in discussione in altre Regioni come Toscana, Umbria, Piemonte, Puglia e Calabria (in queste ultime due il progetto di legge è in fase di approvazione) fanno leva sulla responsabilità sociale di impresa. Nella lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale o identità di genere è poi rilevante il ruolo della comunicazione e quindi del Corecom quale organismo di garanzia, di cui si parla all’articolo 8 del progetto di legge emiliano-romagnolo in esame. Negli interventi dei Colleghi seguiti alla relazione, sono stati diversi i richiami al bilanciamento tra il doveroso contrasto delle discriminazioni e violenze anche solo verbali e la libertà di pensiero ed espressione costituzionalmente garantita: il prof. Schillaci ha ricordato e sottolineato come gli articoli 2 e 3 della Costituzione siano un solido baluardo, confermato dalle sentenze dell’Alta Corte, per il necessario bilanciamento tra diritti fondamentali, dove il punto di caduta è la tutela della dignità e dell’onore della persona.