Sono 5.762 in Emilia-Romagna le persone in condizione di fragilità e vulnerabilità sociale e lavorativa che nell’ultimo anno sono state prese in carico e avviate a un percorso di inserimento e inclusione. Di queste, 994 sono già state inserite al lavoro. Programmati in tutto 28mila interventi grazie all’impegno economico della Regione e sul Fondo sociale europeo. E’ un primo bilancio della legge regionale 14/2015, normativa che abbiamo voluto proprio per promuovere l’integrazione, attraverso il lavoro, di quella fascia di cittadini che sommano gravi difficoltà occupazionali a problemi personali spesso di natura sanitaria. I risultati positivi derivano da un approccio personalizzato e multidisciplinare, attivato in tutti e 38 i distretti della regione. Delle persone che si sono rivolte ai servizi, la grande maggioranza è di nazionalità italiana e disoccupata da lungo tempo, per il 51% si tratta di donne. Fra gli interventi previsti anche contributi economici quali il reddito di inclusione e solidarietà; per il 68% delle persone sostenute, il tirocinio è considerato come la politica attiva più efficace per qualificarsi ed entrare nel mondo del lavoro.
Al proposito, in Assemblea stiamo discutendo un progetto di legge in materia di tirocini proposto dalla Giunta. Lo scorso anno la Regione ha autorizzato 29.378 tirocini, realizzati da giovani, disoccupati, persone con disabilità certificata e persone in condizioni di svantaggio. Tra questi anche 1.758 richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale, 261 dei quali finanziati con risorse regionali. Il testo di legge in esame prevede ad esempio maggiori tutele per il tirocinante, un controllo preventivo della regolarità del tirocinio prima dell’avvio, una durata massima di 6 mesi per tutti i tirocini ad eccezione di quelli rivolti a persone in condizioni di svantaggio (12 mesi) e a persone disabili (24 mesi), un costante monitoraggio anche qualitativo dei percorsi attivati.
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