(COMUNICATO Bologna, 14 dicembre 2018) Nel 2017 in Emilia-Romagna gli Ispettorati del lavoro hanno riscontrato 52 violazioni delle norme di tutela delle lavoratrici madri, la maggior parte in aziende del terziario, riconducibili a mancata fruizione di congedi, riposi, permessi od erogazioni di trattamenti economici e indennità per maternità, con un aumento del 27% rispetto all’anno precedente. Si va dalle 16 mancate tutele accertate a Modena, ai zero casi di Reggio Emilia. Questi fra i dati presentati oggi in Regione dal direttore dell’Ispettorato del Lavoro distretto Nord Est, Stefano Marconi, che hanno motivato la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra l’Ispettorato e la Consigliera regionale di Parità (figura statale di garanzia per il contrasto delle discriminazioni sul lavoro) Sonia Alvisi, con l’obiettivo di promuovere monitoraggi più puntuali, formazione presso le aziende e interventi concreti antidiscriminatori e di conciliazione.
“Il fatto che a Reggio Emilia i controlli non abbiano riscontrato queste forme di abuso è indice positivo, – sottolinea la presidente della Commissione regionale Parità e Diritti delle Persone, Roberta Mori, intervenuta in conferenza stampa – di consapevolezza diffusa tra le lavoratrici dei propri diritti e di una responsabilità sociale di impresa che sul territorio reggiano si traduce anche in attenzione per la conciliazione tra lavoro e maternità.” Un’attenzione che va posta soprattutto al tema delle dimissioni “forzate” o comunque motivate dalla nascita di un figlio. Il monitoraggio dell’Ispettorato del lavoro evidenzia infatti, senza dettagli per provincia, che in Emilia-Romagna la causa principale di dimissioni per le lavoratrici è l’assistenza al neonato (37%). Mentre per gli uomini la prima motivazione delle dimissioni da un posto di lavoro risulta il passaggio ad un’altra azienda (72%) e i fattori familiari sono quasi irrilevanti (2%).
Nel 37% che riguarda le donne che rinunciano alla professione, si riscontra come causa soprattutto una insufficiente copertura di servizi nido e per l’infanzia e la mancanza di condivisione delle responsabilità di cura in famiglia. “Il Protocollo firmato oggi – ha poi detto Mori in conferenza stampa – andrà a rafforzare gli strumenti che la Regione Emilia-Romagna mette in campo per l’esigibilità dei diritti di lavoratrici e lavoratori, puntando in particolare sulla conoscenza di questo fenomeno delle dimissioni per maternità.” Tra le azioni immediate, che vedranno una stretta collaborazione tra la Consigliera di Parità passata di recente sotto la competenza dell’Assemblea Legislativa, e la Commissione Parità presieduta da Mori, sarà la diffusione nelle aziende emiliano-romagnole di un Vademecum dei diritti e dei servizi alla genitorialità. “In primo piano per noi ci saranno sempre l’autonomia economica delle donne, indispensabile per l’emancipazione, e il contrasto alle molestie sessuali subite da milioni di lavoratrici italiane che però non le denunciano (ndr solo il 7% ultime rilevazioni).” – conclude Roberta Mori.
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