TowandaDem, movimento nato per cambiare il Partito Democratico e combattere le disuguaglianze nel Paese, lancia un nuovo appuntamento il 1 dicembre a Roma dove scrivere una agenda differente. “Tutte in piedi! Per la libertà, l’uguaglianza, la democrazia” è una chiamata collettiva per rispondere agli attacchi del governo e della maggioranza alla libertà delle donne, ma anche un’agenda politica per il congresso del PD. Se vogliamo battere le disuguaglianze tra donne e uomini non basta più la politica dei piccoli passi, serve una vera e propria “spallata”. Ecco i DIECI PUNTI che riteniamo prioritari: 1. Un serio PIANO DI PROMOZIONE DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE, soprattutto nel mezzogiorno del Paese e la redistribuzione delle responsabilità di cura (bambini anziani e disabili), anche attraverso il sostegno ai caregiver familiari che in maggior parte sono donne.
Secondo le rilevazioni sul Gender Gap del World Economic Forum l’Italia è 82esima su 144 Paesi. Ovvero il nostro Paese sta sprecando un capitale umano immenso, che incide negativamente sulla crescita. L’allineamento del tasso di occupazione femminile a quello maschile porterebbe il Pil italiano a crescere del 12%. È urgente dunque: • Detassare il costo del lavoro delle donne nel mezzogiorno • Realizzare un piano straordinario di apertura di asili nido e sezioni primavera nel mezzogiorno, essenziale per promuovere occupazione diretta e indiretta femminile • Investire nella contrattazione aziendale di II° livello, per valorizzare le misure che favoriscono nelle aziende la conciliazione vita-lavoro e la presenza 50&50 nei ruoli apicali • Detassare i costi dei servizi per la conciliazione perché oggi il conflitto è tra quanto una donna guadagna lavorando fuori casa e ciò che spende per la cura. • Redistribuire il lavoro di cura nella società e nella famiglia attraverso la riorganizzazione dei congedi
sulla base del modello svedese: una sola tipologia di congedo parentale (non più maternità/paternità) retribuita all’80% del salario e sulla quale ogni genitore ha un diritto esclusivo del 20%. Ciò significa che tale porzione del congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. 2. COMBATTERE LA DISPARITÀ SALARIALE TRA UOMINI E DONNE. Le donne lavoratrici guadagnano in media un quinto in meno rispetto ai colleghi uomini e il loro numero, già in partenza inferiore, diminuisce man mano che ci si avvicina ai ruoli di responsabilità (il 29% del totale). Servono incentivi e azioni positive e l’inserimento dell’obbligo all’equo compenso per le aziende con più di 25 dipendenti come in Islanda. 3. UNA NUOVA LEGGE GOLFO-MOSCA per il 50% di donne in tutte le nomine laiche parlamentari negli organi costituzionali. 4. La presenza del 50% DI MEDICI E PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ NON OBIETTORI nei reparti di ginecologia e ostetricia ed un rilancio degli investimenti nei consultori pubblici. 5. La povertà nel nostro Paese colpisce soprattutto le donne sole con figli. Le madri che vivono sole con figli minori sono in crescita, e stanno molto peggio delle altre madri. Sono 900 mila e 1 milione 200 mila i bambini che vivono con loro. Nel 42% dei casi sono a rischio di povertà e di esclusione sociale. Nel Mezzogiorno arrivano al 58%. Quasi il 12% è in povertà assoluta. Vogliamo UNA LEGGE come in Germania, Austria, Francia e Trentino-Alto Adige che preveda il versamento dell’ASSEGNO DI MANTENIMENTO per i figli e/o il coniuge ALL’INPS e la sua regolare corresponsione dall’Ente stesso che può rivalersi sul coniuge inadempiente. 6. Una legge quadro per la PIENA ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL e un piano pluriennale di contrasto alla violenza maschile sulle donne, all’omicidio di identità e allo sfruttamento sessuale. Formazione per la prevenzione nelle scuole e nelle Università, con l’inserimento di insegnamenti obbligatori per il contrasto alla violenza sulle donne nei curricula di medici, assistenti sociali, magistrati/e, avvocati/e, forze dell’ordine, psicologi, giornalisti/e, insegnanti. Divieto di affido condiviso in caso di violenza domestica. 7. EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE per prevenire le gravidanze precoci e le malattie sessualmente trasmissibili. Entrambi i fenomeni sono tornati a crescere nel Paese. 8. Introduzione della DOPPIA PREFERENZA DI GENERE NELLE LEGGI ELETTORALI REGIONALI, soprattutto nelle regioni in cui governiamo. Non può essere il PD ad ostacolare il rispetto di una legge nazionale a livello territoriale! 9. Rispetto del 50&50 in tutte le nomine espresse negli organismi statutari del partito democratico e nelle liste elettorali a tutti i livelli, divieto delle pluricandidature eccetto che per il segretario/a nazionale e il/la Presidente del Partito nell’attuale legge elettorale e rilancio della Conferenza Nazionale delle Democratiche. 10. Affermare il metodo della MEDICINA DI GENERE in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Sviluppare la prevenzione in campo oncologico anche attraverso la diffusione degli screening e della medicina predittiva, in particolare per i tumori al seno e per quelli metastatici.
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