(Piacenza, 3 novembre) ARTICOLO PUBBLICATO Roberta Mori non le manda a dire. La presidente della Commissione per la parità e per i diritti delle persone della Regione Emilia-Romagna ha espresso molto chiaramente il suo parere sul disegno di legge numero 735, il Ddl del senatore leghista Pillon per intenderci, che prende in esame i temi dell’affido condiviso, del mantenimento diretto e della garanzia della bigenitorialità. «È un disegno di legge criticabile sotto tutti i punti di vista – ha esordito Mori – e lo si capisce subito dai dati: l’ottantaquattro per cento dei divorzi infatti terminano con l’affido condiviso che esiste dal 2006. È una realtà e uno strumento a cui si fa ampiamente ricorso e già questo dimostra come la motivazione che si pone alla base del cambiamento abbozzato dal Ddl sia priva di fondamento». L’incontro si è svolto nella sede del PD di Piacenza ed è stato presentato da Giovanna Palladini e introdotto dalla consigliera comunale Giulia Piroli.
«Di fatto si tratta di un disegno di legge fortemente ideologico e adulto-centrico che non prende assolutamente in considerazione il benessere prioritario del bambino come è sempre stato e non tiene neppure conto dei diritti delle donne, anzi li contrasta. – ha continuato la presidente della Commissione regionale – Da sempre in tema di affido veniva valutata la corresponsabilità genitoriale, oggi invece se questo disegno di legge passa il rischio è che diventino importanti solo i tempi: il bambino si ritrova a passare almeno dodici giorni al mese da un genitore o dall’altro, avendo quindi due domicili e minando quell’equilibrio rispettoso della crescita che finora si è cercato di garantire in caso di separazione. Siamo in presenza di una proposta che porta a far equivalere la situazione economica dei genitori alla qualità genitoriale. Ora il DDL è in esame al Senato, in sede redigente, e quindi prevede un iter abbastanza veloce. Purtroppo».
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