(3 ottobre) La Commissione Parità e Diritti delle Persone ha designato la sua presidenza quale rappresentante nel nucleo di valutazione del Premio “ER.Rsi Innovatori responsabili”. A differenza dello scorso anno, il bando di concorso 2018 della Regione che valorizza i progetti di responsabilità sociale delle imprese, scaduto a fine settembre, prevede anche l’assegnazione del Premio Ged (Gender Equality and Diversity) alla migliore buona pratica di pari opportunità ed empowerment di genere. Un’informativa dell’Assessorato attività produttive ha illustrato categorie e obiettivi del Premio, che consiste in un contributo finanziario per ulteriori azioni da realizzare nel 2019, la possibilità di partecipare al programma ER-Go Global e di godere di altre agevolazioni. Al bando hanno risposto numerose start-up, imprese da 20 a oltre 250 dipendenti, cooperative, associazioni di imprese, camere di commercio ed Enti locali, con progetti di sostenibilità sociale coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con la Carta dei principi di responsabilità d’impresa della Regione. La premiazione si terrà nel mese di dicembre.
Nella stessa seduta abbiamo chiamato l’Assessorato Pari Opportunità a illustrare la Relazione finale (per il triennio trascorso) sulla clausola valutativa della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere. Una relazione che risponde ai requisiti di trasversalità e mainstreaming di genere richiesti, con numeri di rendiconto e interventi a tutto campo di un “cantiere sempre aperto”. Dalla tutela dell’immagine della donna sui media agli interventi per l’imprenditorialità e l’equa rappresentanza, sino alla lotta agli stereotipi discriminanti che alimentano violenze e marginalità. Dettagliate anche le azioni di accoglienza, aiuto e sostegno alle donne che hanno subìto violenza, con una Rete di Centri e case rifugio di molto rafforzata (i Centri sono passati dai 15 ai 21 di oggi). Presenteremo una pubblicazione di sintesi della relazione in sede di Conferenza delle Elette, che convocheremo per il prossimo 24 ottobre.
I numeri racchiusi dentro la legge quadro mostrano una realtà ancora difficile: oltre il 30 per cento delle donne in Emilia-Romagna ha subìto una violenza fisica o sessuale. Fondamentale, quindi, il lavoro dei centri anti violenza: il numero delle donne accolte nel triennio è aumentato (+53 nel biennio 2014-2015 e +79 tra il 2015 e il 2016) e continua la tendenza che vede le donne straniere costituire più di un terzo di tutte coloro che chiedono aiuto ai centri nella nostra regione. C’è anche l’altra metà della medaglia: l’uomo che commette violenza sulle donne. Sono cresciuti i centri LDV anche per loro. Ad oggi sono 54 gli uomini presi in carico e al 31 dicembre 2017 erano 14 quelli che avevano avviato un percorso. Almeno l’80 per cento delle persone incontrate è padre. Altro capitolo importante dentro la legge quadro riguarda l’occupazione femminile. L’Emilia-Romagna si caratterizza per un livello di occupazione femminile tra i più alti rispetto alla situazione italiana. C’è stata una ripresa del tasso di occupazione: dal 59,2 per cento del secondo trimestre del 2015 si è arrivati al 62,5 per cento del secondo trimestre del 2017. Si è ampliata la quota di donne che svolge libera professione: in Emilia-Romagna sono più di 130 mila gli iscritti a ordini o albi, di questi il 44 percento sono donne e il 30% ha meno di 40 anni. Il livello di povertà della donna è di molto inferiore rispetto a quello nazionale: se in Italia la percentuale è del 20 per cento, in Emilia-Romagna si ferma all’11%. La legge quadro dichiara guerra anche alla comunicazioni sui mass media riguardo alle donne. Per questo la Regione ha sottoscritto un protocollo di intesa con le università, l’Ordine dei giornalisti, la Scuola di giornalismo di Bologna, la Federazione della stampa e le associazioni per una comunicazione responsabile e che non si rivolga alle donne utilizzando gli stereotipi.
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