(Bologna) “Favorire, ampliandone l’area di osservazione, il recupero e il reinserimento nella società delle persone detenute, proseguire con le visite agli istituti di pena della regione, oltre alle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e agli altri luoghi di limitazione della libertà personale”. Sono fra gli impegni diretti e di mandato del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Marcello Marighelli, che ha svolto la sua relazione annuale in commissione Parità e Diritti delle Persone. Il Garante ha evidenziato alcune criticità di cui la politica, ai vari livelli di competenza, deve farsi carico nel rispetto della Costituzione e dei diritti umani tutelati dagli organismi sovranazionali. In Emilia-Romagna oggi sono attive 10 strutture penitenziarie, con 3.488 detenuti (di cui 159 donne). Il tasso di sovraffollamento è aumentato di oltre 20 punti percentuali in tre anni, raggiungendo, a dicembre scorso, il 124 per cento (10% in più della media italiana).
La presenza delle persone straniere è aumentata di 5 punti, rappresentando circa il 50% dei detenuti, in linea con i dati nazionali. E’ del 64,3 la percentuale dei detenuti con condanne definitive, 3.006 le persone in esecuzione penale esterna, 680 in messe alla prova. Nel 2017 i casi di suicidio in strutture della regione sono stati otto, il doppio rispetto al 2016, 125 i tentativi di suicidio e 1.383 gli atti di autolesionismo. Marighelli ha poi sottolineato che la condizione degli istituti in Emilia-Romagna risente della mancanza di un’adeguata programmazione della manutenzione ordinaria; inoltre Forlì e Ravenna richiederebbero interventi importanti di manutenzione straordinaria. Un altro aspetto preoccupante nelle nostre carceri riguarda le carenze nell’organico del personale di custodia, ancor più del personale educativo e amministrativo. Potete approfondire questi e altri dati, e le indicazioni del Garante, sul portale web dedicato.
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