(13 giugno) Dai minori stranieri non accompagnati ai tutori volontari che li assistano, dalla lotta agli abusi sino alla povertà infantile. Su questi temi si muove la delicata funzione della Garante regionale per l’Infanzia e Adolescenza, Clede Maria Garavini, che ha illustrato in commissione Parità e Diritti delle Persone le attività dell’ultimo anno (VEDI presentazione). Importante il compito affidatole dalla legge ‘per la protezione e l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati’ (L.47/2017), fortemente voluta dalle organizzazioni umanitarie: se ne contano 1.017 in Emilia-Romagna, che è la quinta regione per accoglienza di questi minori e numero di strutture ricettive (170) dopo Sicilia, Calabria, Lombardia e Lazio. L’attività della Garante riguarda in particolare la formazione dei tutori volontari.
Prevalgono le aspiranti tutrici (il 73% sono donne, il 27 uomini), la metà degli aspiranti tutori è tra i 46 e i 65 anni, in maggioranza laureati e quasi tutti hanno già svolto esperienze concrete di assistenza e di accompagnamento dei minori stranieri all’interno di associazioni di volontariato o culturali. Un altro tema molto sentito e solo in parte legato all’immigrazione, è quello della povertà infantile. In Emilia-Romagna le bambine e bambini relativamente poveri sono circa il 12,5% e la loro condizione è dovuta a cause quali la numerosità del nucleo familiare, madri sole, marginalità derivante dal basso livello di istruzione e precarietà lavorativa dei genitori. Tra gli obiettivi che si pone la Garante entro il 2018 vi è il completamento della formazione dei tutori volontari, collaborare con gli ordini professionali e con l’Autorità giudiziaria per un sostegno integrato ai minori vittime di violenze compreso il cyberbullismo e avviare un focus sui minori allontanati dalle famiglie d’origine.
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