(Bologna, 30 maggio) Abbiamo svolto due Relazioni importanti in commissione per la Parità e Diritti delle Persone, consuntive delle attività del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) e del Difensore Civico regionale, organismi di garanzia i cui titolari sono entrambi in scadenza di mandato. La presidente uscente del Corecom, prof. Giovanna Cosenza, ha evidenziato come i procedimenti di conciliazione conclusi lo scorso anno siano stati 8.013 (+44% rispetto al 2016). Questa definizione delle controversie ha permesso di restituire ai cittadini e imprese dell’Emilia-Romagna un totale di 2 milioni e 661mila euro, per un valore medio di ogni conciliazione pari a 400 euro. Dati che mostrano la rilevanza del Comitato non solo nella difesa dei diritti dei cittadini nei confronti delle aziende di telecomunicazioni, ma anche nella tutela dei loro risparmi. Altre funzioni riguardano il controllo sul sistema della comunicazione: vigilanza sulla programmazione radiotelevisiva locale, vigilanza sulla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa locali, gestione del Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e vigilanza sul rispetto della par condicio elettorale.
Il Difensore civico prof. Gianluca Gardini, ha invece accompagnato la sua ultima Relazione di mandato con una sottolineatura: la necessità di una modifica di legge che istituirà il Garante regionale della salute, a cui spetta di promuovere l’effettivo rispetto della dignità umana in campo sociosanitario. Ho preso l’impegno di approfondire questa proposta di legge in Commissione al più presto. Altra proposta ricordata da Gardini, quella di istituire un Ombudsman nazionale. “È evidente come sia necessario -ha spiegato in apertura- la creazione di un Garante nazionale dei diritti dei cittadini, come previsto da altri paesi dell’Unione Europea”. Urgente anche “estendere modalità informali, rapide e stragiudiziali di soluzione delle controversie tra cittadino e Pubblica amministrazione”. Se venisse rafforzato il suo potere di intervento, la figura del Difensore potrebbe tutelare tutti i diritti fondamentali della persona, in particolare di chi non è autonomo. Quanto ai dati di attività riferiti al 2017
sono 624 le istanze presentate. La provincia che, con il suo 4,3% di istanze sul totale, è quella che “usa” di meno il Difensore civico è Piacenza, ma i dati evidenziano il raddoppio delle istanze arrivate dal suo territorio rispetto all’anno precedente. Il maggior numero arriva da Bologna (249), seguita da Modena (74), Ferrara (56), Forlì-Cesena (41), Parma (38), Ravenna e Rimini (35 a testa). Nel 2017 c’è stato un forte incremento dei ricorsi contro il diniego di accesso. L’ambito che riguarda la contestazione di tributi e sanzioni è, invece, in forte calo rispetto al precedente anno (85 istanze 2017 contro le 135 del 2016). L’insieme di Sanità e Disabilità cresce, mentre sono in calo le istanze in materia ambientale, così come quelle finalizzate all’accertamento della responsabilità civile della PA in caso di danni. Per quanto riguarda il lavoro svolto dal Difensore civico per il rispetto della parità di genere nelle giunte dei comuni, la lettera spedita ai Sindaci non rispettosi delle norme di legge ha fatto scuola, copiata da tutt’Italia.
Tornando alle funzioni svolte dal Corecom nel 2017, la Relazione parla anche di consulenza per gli Organi della Regione e la comunità nazionale: la presidente Cosenza ha ricordato la ricerca avviata dal Corecom in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna – che detiene il più vasto archivio videoludico d’Italia e d’Europa – e l’Ufficio scolastico regionale sull’uso che gli adolescenti dell’Emilia-Romagna fanno dei videogiochi, la cui conclusione è prevista nel prossimo mese di giugno. Da ultimo, non certo per importanza, il progetto “A scuola coi media” – informazione e formazione rivolte a genitori, insegnanti e studenti che da anni il Corecom conduce nelle scuole di tutto il territorio regionale sui temi dell’educazione ai media, con particolare riguardo ai media digitali, alle reti e al problema del cyberbullismo – che ha coinvolto 18 scuole, per un totale di 145 classi e 3.045 alunni, nella realizzazione di laboratori e incontri di educazione ai media rivolti a studenti e adulti.
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