(Bologna) Poche settimane fa l’Assemblea legislativa ha riformato una propria legge del 2008 che regola il contributo dell’Emilia-Romagna alle politiche europee. Lo abbiamo ricordato, quale rilancio di un’azione necessaria, durante la seduta dedicata alla Sessione europea 2018, occasione che ogni anno ci fa trarre un bilancio (dopo le discussioni e i pareri espressi nelle Commissioni) sugli esiti della partecipazione della Regione alla formazione e attuazione del diritto e delle politiche dell’Unione. È intervenuta in Assemblea Barbara Duden, presidente della commissione CIVEX del Comitato europeo delle Regioni, che ha parlato della distanza da colmare tra Istituzioni europee e cittadinanza, sottolineando nel merito come “educazione e formazione” siano “presupposti per una società inclusiva e democratica”. In un periodo nel quale la costruzione sociale europea è sempre più minacciata da un euroscetticismo diffuso e da ‘sovranismi’ di varia natura, è davvero strategico il ruolo dei territori, in particolare delle Regioni: per rendere da una parte più democratiche le istituzioni comunitarie, dall’altra più partecipate ed eque quelle politiche europee che hanno una ricaduta diretta
sull’economia, sull’occupazione e sui Servizi. La nostra Regione è attualmente impegnata a mantenere i fondi per la coesione sociale e la politica agricola comune, da cui dipendono molte attività realizzate e molti progetti in corso. Questo collegamento diretto e riconosciuto con la Commissione e il Parlamento UE va potenziato, sotto un profilo sia tecnico che politico, per non delegare ai cosiddetti burocrati europei quella che è la responsabilità di governo territoriale e, non certo da ultimo, la volontà popolare.
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