(Castelnovo di Sotto) Incontro partecipato e ricco di spunti quello organizzato dalla lista Castelnovo Democratica nell’ambito di una serie di incontri tematici per approfondire le proposte programmatiche in vista delle elezioni del 10 giugno. Ha partecipato, accanto al candidato Sindaco Francesco Monica, la vicepresidente con delega al Welfare della Regione Elisabetta Gualmini. Il sociale e il tema dei Servizi alla persona è una colonna portante del programma elettorale per Castelnovo Sotto. Durante l’incontro si è sottolineata la volontà di mantenere l’Asp pubblica, di facilitare ai cittadini l’accesso ai servizi socio-assistenziali, di organizzare i servizi offerti dalla Casa della Salute in base alle esigenze delle persone, come indicato dal percorso partecipato promosso dal Comune nei mesi scorsi. Altro obiettivo, ridurre le rette della scuola per l’infanzia a favore delle famiglie più bisognose. La discussione con l’assessora Gualmini ha incrociato le politiche di welfare regionali, che registrano importanti novità per l’inclusione.
In Emilia-Romagna le persone in situazione di grave povertà sono stimate in 90mila, tra cui prevalgono giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito. Per sostenerli nel loro percorso di autonomia economica e lavorativa, solo per il 2018 la nostra regione dispone ora di 75,3 milioni di euro, una cifra molto più alta di quella prevista inizialmente. Tra pochi giorni l’Assemblea approverà il Piano regionale per la lotta alla povertà 2018-2020, che prevede di rafforzare i Servizi e gli sportelli territoriali impiegando così le risorse: 33 milioni, regionali, vanno a finanziare il RES (il reddito di solidarietà già erogato direttamente ai cittadini con reddito Isee non superiore ai 3.000 euro all’anno); 14,3 milioni, statali, sono assegnati ai Comuni per i servizi a sostegno dei nuclei familiari in povertà e dei senza fissa dimora. Una quota andrà per la prima volta e in via sperimentale a finanziare interventi utili a far sì che i ragazzi allontanati dalle famiglie su provvedimento dell’autorità giudiziaria, raggiunta la maggiore età, possano costruire la propria autonomia senza cadere in stato di indigenza.
Infine 28 milioni sono fondi europei: 20 saranno utilizzati per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo delle persone disagiate, 8 per i servizi sul territorio e la gestione di casi di marginalità estrema. Il Piano individua tre livelli essenziali delle prestazioni: l’accesso e l’informazione; la valutazione multidimensionale dei bisogni (effettuata attraverso equipe composte da differenti professionalità, in base alla complessità del caso); infine un progetto personalizzato concordato con il nucleo familiare, indispensabile per poter usufruire dei contributi economici. E adegua, rendendoli omogenei sul territorio, il numero degli operatori e degli sportelli sociali impegnati a fornire questi servizi.
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