(Cesena, 23 aprile) Nell’ambito di una serie di incontri promossi dalla conferenza locale Donne Democratiche, sono stata invitata a ragionare di lavoro, dignità, libertà di scelta delle donne, insieme alla sociologa già senatrice PD Mara Valdinosi e alla consigliera Lia Montalti. Affrontare oggi il tema dei diritti femminili è infatti necessario considerate le pesanti diseguaglianze che si registrano ed è al tempo stesso fondamentale nell’ottica dello sviluppo dell’intero genere umano; come sottolineato dai diversi e recenti rapporti delle Nazioni Unite investire sulle capacità delle donne e attribuire loro il potere di esercitare le proprie scelte, non è solo un grande valore in sé, ma anche il modo più sicuro di contribuire alla crescita economica e sociale. In un sistema fragile come quello italiano, l’esclusione di molte donne dalle opportunità rischia di alimentare fratture e debolezze: per questo l’affermazione di politiche paritarie e di genere deve essere un impegno preso a tutto campo dal PD, da estendere nel Paese attraverso robuste alleanze.

Le distanze politiche territoriali evidenziatesi dopo il 4 marzo, fanno il paio con situazioni regionali molto diverse anche dal punto di vista del genere. Basti dire che in Regione Basilicata non vi è nessuna donna eletta in consiglio regionale e in Calabria ve ne è una sola, che in tante zone del Sud Italia l’occupazione femminile non supera il 40% quando nel Nord, Emilia-Romagna compresa, supera il 67%. La nostra Regione mette a disposizione le sue normative, buone prassi ed alleanze istituzionali sul piano nazionale. E le Donne Democratiche sono impegnate in un cammino di valorizzazione della parità di genere che è di innovazione strutturale della società, scuotendo il Partito e le realtà culturali di centrosinistra su tali esigenze profonde del Paese. Da parte sua Mara Valdinosi ha citato alcune politiche della passata legislatura che vanno nella giusta direzione: dalla legge contro le dimissioni in bianco (una piaga non del tutto sconfitta) all’introduzione dell’educazione di genere nella Scuola,

con 9 milioni di euro messi per progetti e per la formazione degli insegnanti. Sul fronte del lavoro c’è davvero tanto da fare, a partire dalla normativa nazionale purtroppo non portata fino in fondo, a tutela dei/delle caregivers. Anche qui sull’esempio della legge emiliano-romagnola, ma andando oltre, al pieno riconoscimento della professionalità maturata nell’accudimento di una persona disabile o anziana, che la donna possa spendere per rientrare nel mondo del lavoro. Proposte concrete, interventi di equità che riempono di contenuti l’iniziativa #TowandaDem.