(Bologna, Novellara, 21 aprile) Su sollecitazione di Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, lo stesso segretario reggente Martina, si sono svolti proprio in questi giorni con iscritti ed elettori dei territori iniziative pubbliche di approfondimento sulla difficile situazione politica del dopo elezioni. La decisione di non convocare l’Assemblea nazionale sino al termine delle consultazioni per la formazione di un Governo, infatti, non ferma la comunità politica del Partito Democratico nel suo spontaneo, necessario, percorso di riflessione critica. “Insieme per pensare e reagire” è il titolo scelto dal Circolo PD di Novellara per l’assemblea a cui ho partecipato. Una reazione che si deve fondare su priorità individuate grazie ad una larga partecipazione di idee, valutazioni ed esperienze, da portare nelle sedi nazionali. E di fondo, la consapevolezza della natura di un Partito (nato, ricordiamolo, per essere il perno di un centrosinistra aperto in epoca post-ideologica) che rigetta il verticismo in quanto modalità escludente e mortificante il concetto stesso di partecipazione democratica.
Le medesime esigenze profonde di coinvolgimento e protagonismo delle persone, di politica dal basso, di ascolto e lavoro di sintesi, sono al centro, pur dal punto di vista peculiare delle Donne Democratiche, della lettera-appello #TowandaDem che ha già raccolto oltre 1.000 adesioni non solo femminili (VEDI DOCUMENTO CON LE FIRME). Anche qui parliamo di canali e confronti da riaprire e di fiducia da ricostruire nella nostra comunità, nel rispetto delle idee e di quelle differenze che arricchiscono un progetto politico progressista fondato sui valori costituzionali. Lo abbiamo ribadito a Bologna dove molte firmatarie si sono riunite per rilanciare il contributo delle competenze e dei ruoli femminili dentro e fuori il PD. Alla denuncia consapevole degli errori fatti si accompagnano le proposte. La coordinatrice regionale delle Donne Dem, Lucia Bongarzone, ha promosso con il gruppo nazionale una serie di appuntamenti, culminanti il 12 maggio a Roma per un “Towanda Day” che affermi i contenuti della buona politica da cui ripartire.
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