Prendiamo a prestito il grido di battaglia contro la prepotenza maschile e il razzismo del sud degli Stati Uniti negli anni Trenta lanciato dalle protagoniste di “Pomodori verdi fritti”, per riproporlo quale “Towanda Dem“, motivato atto di ribellione delle Donne Democratiche nei confronti della verticistica gestione del Partito. Nella LETTERA PUBBLICA che sta girando sul web e sui giornali ammettiamo il grave errore di esserci fidate e garantiamo che non accadrà più. Scriviamo di “violazione dello Statuto” sul principio della parità effettiva e di affossamento della Conferenza delle Democratiche nel silenzio degli organismi di controllo. Evidenziamo proposte elettorali di welfare mutuate da una cultura di destra, non a caso mai condivise e discusse. Denunciamo un uso “cinico” delle pluricandidature femminili: ne sono bastate 8 per escludere 39 candidate e favorire l’elezione di altrettanti uomini, con il risultato di un gruppo parlamentare PD che è superato per rappresentanza femminile da Movimento5stelle e Destra. Ora tante donne diverse, non solo ex parlamentari o figure nazionali oggi sacrificate da vecchie logiche di potere, ma tante amministratrici locali e militanti nei circoli PD, si trovano unite nell’affermare una riscossa e un’autodeterminazione necessaria. Perché ciò che conta è non disperdere i rapporti, i progetti, i risultati di anni e decenni di lavoro sui territori, perché il nostro contributo è indispensabile a ridare credibilità e forza al Partito Democratico. Chi vuole può aderire su towandadonnedem@gmail.com.
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