(Bologna) Una risoluzione di Forza Italia è stato lo spunto per rilanciare con serietà il tema dell’Interruzione volontaria di gravidanza e l’attenzione per i diritti della donna. Portando in forma allarmistica dati imprecisi, riproponendo con foga ideologica concetti quale la sacralità della vita dal momento del concepimento, il consigliere e neo parlamentare Bignami ha messo di nuovo in discussione i servizi che la Sanità in Emilia-Romagna eroga alle donne nel rispetto della legge 194. Dire ad esempio che le Interruzioni volontarie nel 2016 sono state 7.688, tacendo però che il ricorso alle IVG è diminuito del 35% dal 2006 al 2017, oppure legare il tema del calo demografico al diritto di IVG, significa dare una lettura scorretta, distorta, irrispettosa. Intervenendo in Aula per motivare la bocciatura dell’atto ho annunciato una prossima seduta congiunta delle Commissioni per la Parità e Politiche per la salute, che dettaglierà dati e risorse investite sul Piano sociosanitario nelle strutture ospedaliere e nella prevenzione, per una ‘presa in carico’ in senso ampio come la stessa normativa prevede. Nel frattempo
abbiamo ricordato che il tasso di abortività delle cittadine straniere residenti – sempre più elevato di quello delle donne italiane (oggi 16,8% contro un 5,2%) – risulta in netto calo dal 2003 quando si attestava al 40,4%. Tale complessiva riduzione è un obiettivo perseguito dalla Regione attraverso servizi di informazione e supporto e un investimento importante sulle reti e professionalità consultoriali, con l’allargamento di strumenti contraccettivi gratuiti soprattutto per i più giovani e percorsi di consapevolezza e cura rivolti alla salute sessuale e riproduttiva. Punti fermi restano la libertà di scelta e il rispetto del corpo femminile, la collaborazione con il tessuto associativo, il rifiuto di qualunque tentativo di regressione e colpevolizzazione delle donne.
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