(Bologna, 9 marzo) Alle coppie che stanno effettuando trattamenti di procreazione medicalmente assistita è stato comunicato che da fine anno tali percorsi non sono più erogati a carico del Servizio sanitario nazionale per chi ha già eseguito 3 cicli e per le donne che hanno compiuto 43 o più anni. Assieme a colleghi e colleghe PD, Mdp e Sinistra Italiana ho sottoscritto una Risoluzione che impegna la Regione Emilia-Romagna ad intervenire sui Ministeri per non costringere le coppie ‘discriminate’ da questi criteri a sospendere i delicati trattamenti di Pma. Soprattutto perché i nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA) approvati a gennaio 2017 hanno inserito tutte le prestazioni del percorso di procreazione medicalmente assistita nel nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale con erogazione a carico del sistema sanitario nazionale, prevedendo “l’aumento del limite d’età da 43 a 46 anni per le donne che intendono accedere al trattamento e l’aumento da 3 a 6 del numero massimo di cicli effettuabili nelle strutture sanitarie pubbliche”.
Il problema, secondo noi da risolvere adesso, è che l’entrata in vigore delle disposizioni in materia di assistenza specialistica ambulatoriale è subordinata alla pubblicazione della definizione delle tariffe massime delle prestazioni da parte del Ministero della salute, da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regioni; e fino alla definizione delle tariffe restano in vigore i criteri individuati dalle singole Regioni, che, per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, sono appunto quelli citati. Chiediamo pertanto alla Giunta regionale di “sollecitare il Governo ad adottare quanto prima il decreto sulle tariffe di specialistica ambulatoriale per rendere operativi ed effettivi i nuovi Lea, consentendo alla Regione l’adozione immediata degli atti di propria competenza”.
Leave A Comment