(Roma, 1 marzo) Le presidenti delle Commissioni pari opportunità di Regioni e Province Autonome chiedono ai candidati e candidate di tutte le forze politiche di impegnarsi sulle proposte della Commissione d’inchiesta parlamentare Femminicidi. La coordinatrice nazionale Roberta Mori (Emilia-Romagna): “Per dare dignità alle donne e superare l’inciviltà della violenza serve una legge organica nazionale e un Ministero pari opportunità che la attui.” QUI L’AUDIO DELLA CONFERENZA STAMPA

Un Paese dove i femminicidi superano il centinaio ogni anno, dove un milione e mezzo di donne hanno subito ricatti sessuali sul posto di lavoro e oltre sei milioni una qualche forma di abuso, dove l’occupazione media femminile non raggiunge il 50%, è un Paese non compiutamente democratico, che ha bisogno urgente di una scossa e di una forte responsabilità comune, trasversale agli schieramenti politici che si candidano a governare. Ne sono convinte le presidenti delle Commissioni di parità regionali, che hanno presentato oggi a Roma presso il Senato della Repubblica, precise richieste a tutti i candidati e candidate al Parlamento il 4 marzo. Una iniziativa che assume ancora maggiore rilevanza all’indomani del femminicidio e figlicidio di Cisterna di Latina. “La Commissione parlamentare di inchiesta sulle violenze di genere, nella sua relazione finale dello scorso febbraio, ha avanzato proposte importanti che facciamo nostre, – spiega la coordinatrice nazionale Roberta Mori – dall’introduzione del reato di femminicidio all’approvazione di un Testo Unico che superi l’attuale frammentazione e inefficacia delle tante norme antidiscriminatorie e di tutela. Grazie a norme regionali vigenti, alle esperienze e competenze maturate sui territori, ci mettiamo a disposizione del prossimo Parlamento per una legge quadro intersettoriale ed integrata per la parità.”

Secondo le rappresentanti regionali, intervenute alla conferenza stampa con la presidente della commissione di inchiesta parlamentare Francesca Puglisi, la vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta e la senatrice Monica Cirinnà, le violenze e le discriminazioni si combattono solo attraverso un organico investimento sulla prevenzione. Ciò significa misure strutturali di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, di incentivazione, agevolazione, sgravi che colmino l’inaccettabile gap occupazionale e retributivo che frena la ripresa e nega opportunità a tante donne; e ancora, educazione al rispetto delle differenze, contrasto agli stereotipi discriminanti e alle varie forme di bullismo, orientamento alla scelta delle discipline STEM per le ragazze, nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado. Inoltre “la legge 3/2018 che ha introdotto la medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale va assolutamente attuata dal nuovo governo. – sottolinea Mori – Governo a cui chiediamo sin d’ora con forza di rifinanziare il Piano strategico nazionale sulla violenza di genere e di dare dignità e voce alle donne italiane anche istituendo il Ministero per le Pari Opportunità con la missione di rendere effettive, integrate ed omogenee le politiche di parità, uguaglianza sostanziale ed equità sociale.”

La presidente Francesca Puglisi ha ringraziato il coordinamento delle Commissioni di parità regionali per questo appello rivolto alle forze politiche candidate il 4 marzo e per l’opera “quanto mai importante di diffusione degli esiti e delle proposte concrete scaturiti dal lavoro della Commissione di Inchiesta parlamentare sui femminicidi”.