(21 febbraio) In Commissione Parità e Diritti delle Persone abbiamo svolto l’audizione della Commissione parlamentare d’inchiesta su violenze di genere e femminicidi. Una rendicontazione ampia ed articolata quella della Presidente Francesca Puglisi, che ha sottolineato l’approvazione all’unanimità della Relazione finale come una corale assunzione di responsabilità verso una piaga inaccettabile. Sono 6 milioni e 788mila le donne che hanno subito qualche forma di violenza nella loro vita, il 31,5% ha un’età compresa tra i 16 e i 70 anni, il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri o tentati stupri. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o da un ex smentendo lo stereotipo dell’aggressione da parte di sconosciuti. Purtroppo solo il 12% delle violenze viene denunciato e le donne denunciano di più in contesti dove la rete di prevenzione e contrasto è più solida e diffusa.
Molte sono anche le molestie subite sul lavoro: in base a un’indagine Istat, sono un milione e 403mila le donne che le hanno subite; solo il 20% ne parla con qualcuno e solo lo 0,7% denuncia, prova di una carenza normativa che deve essere colmata. Per quanto riguarda l’Emilia–Romagna, dal 2013 al 2016 sono state rilevate in tutto 7.902 qualificazioni giuridiche (registrazioni relative all’applicazione di una norma a un fatto concreto). Su tale base il reato più frequente è la violenza sessuale, che rappresenta il 51% dei reati consumati. La Commissione d’inchiesta ha formulato proposte che consegna al prossimo Parlamento: redazione di un Testo Unico (vedi nostra legge quadro 6 del 2014), inasprimento delle pene per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, l’introduzione di sanzioni in caso di violazioni dell’ordine di allontanamento urgente dalla casa familiare, l’introduzione del reato di omicidio di identità e l’introduzione del reato di femminicidio. La Regione Emilia-Romagna farà la sua parte.
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