(Bologna) L’assessore alle politiche per la salute ha presentato in Commissione il nuovo Codice unico di comportamento per il personale operante nelle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna. L’iniziativa rientra nelle politiche di legalità e prevenzione della corruzione in sanità definite con un’apposita norma della L.R. n.9 del 2017, di cui sono stata relatrice, la legge che ha istituito l’Azienda unica sanitaria di Reggio Emilia e, ad esempio, ha introdotto il Registro endometriosi tra quelli di rilevanza regionale. Il Codice, oggi approvato dalla Giunta, sancisce la centralità della persona, il principio di non discriminazione e trasparenza, la riservatezza, la valorizzazione del patrimonio professionale, la gestione del rischio e la tutela della sicurezza.
Redatto tenendo conto delle recenti Linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione, e dei Codici già in essere nelle singole realtà sanitarie, il testo definisce i doveri costituzionali, le norme etiche e di servizio a cui le professionalità medico-sanitarie e chi presti attività lavorativa per le Aziende si dovranno attenere. Ad esempio, presentando un’apposita dichiarazione dei rapporti intercorsi, a qualsiasi titolo negli ultimi tre anni, con soggetti esterni dai quali possa derivare un conflitto di interessi anche potenziale; o ancora, non chiedendo né sollecitando per sé o per altri, regali o altre utilità “neanche di modico valore”. Importanti le regole di servizio che riguardano le liste di attesa (“gestite con il massimo rigore e secondo criteri di trasparenza, evitando ogni forma di condizionamento derivante da propri interessi non istituzionali”) e l’attività libero professionale, quest’ultima “autorizzata dall’Azienda e svolta nel rispetto delle disposizioni normative e regolamentari in materia, in modo tale da garantire il prioritario svolgimento e il rispetto dei volumi dell’attività istituzionale, nonché la funzionalità dei servizi”.
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