(Castelnovo di Sotto, 20 gennaio) Nella Sala della Pubblica Assistenza molti fra rappresentanti istituzionali e associativi, operatori e operatrici del distretto sociosanitario, cittadini, hanno partecipato ad un confronto sul progetto di Casa della Salute dell’Unione Terre di Mezzo, comprendente i Comuni di Castelnovo Sotto, Cadelbosco Sopra, Bagnolo in Piano. Come ha sottolineato il Sindaco Maurizio Bottazzi in apertura, l’incontro si colloca al centro del percorso partecipativo promosso e cofinanziato da Comuni e Regione per far conoscere questa nuova struttura e, soprattutto, per monitorare i bisogni e raccogliere proposte inerenti i servizi e le competenze da offrire. Le Case della Salute, infatti, si configurano quale punto di riferimento per i cittadini nell’accesso alle cure primarie, un luogo in cui concretizzare sia l’accoglienza e l’orientamento ai servizi sanitari e sociali, sia la continuità dell’assistenza, la gestione delle patologie croniche ed il completamento dei principali percorsi diagnostici o terapeutici che non necessitano di ricorso all’ospedale.

Le priorità sinora emerse dal percorso partecipativo sono contenute in questo PRIMO RAPPORTO. Per quanto riguarda il gruppo di lavoro che mi ha scelto come referente, abbiamo messo in primo piano l’integrazione quale “necessità formale e sostanziale di rendere efficace la presa in carico dei bisogni delle persone da parte dei servizi”. Il tema del benessere della cittadinanza va oltre il concetto di salute strettamente inteso, coinvolge la sfera multiforme delle persone e chiama in causa una formazione multilivello dei profili professionali e di tutti i soggetti coinvolti nell’offerta socio-assistenziale dei Comuni dell’Unione. Ecco alcune proposte che avanziamo: promuovere un nuovo incontro con associazioni e istituzioni del territorio unionale, a partire dall’ASP Opus Civium, al fine di precisare necessità e tecniche d’integrazione delle risorse in campo; promuovere corsi di formazione del personale sociale e sanitario dipendente e non (compresi i caregivers familiari), per condividere metodiche, approcci, registri informativi da cui far scaturire linee di cura ed assistenza uniformi ed umanizzanti; favorire in modo visibile e responsabile la partecipazione dei medici di base al processo di integrazione dei servizi della Casa della Salute con tutte le risorse socio-sanitarie-assistenziali del territorio.