(Castelnovo Sotto, 1 dicembre) Il primo incontro del ciclo “Quello che verrà…” promosso dal PD castelnovese ha affrontato i temi del prestito sociale e del lavoro sfumati dopo la messa in liquidazione delle più importanti coop edili reggiane. La comunità castelnovese è la più colpita, in modo profondo, dal crac di Coopsette, impresa che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento sociale, economico e lavorativo per il territorio della Bassa Reggiana. A distanza di due anni si è fatto il punto sugli strumenti messi in campo da istituzioni e parti sociali per limitare le gravi conseguenze nella vita delle persone e delle famiglie, nonché sui risultati raggiunti anche rispetto alle altre crisi, da Cmr a Unieco. Il nuovo segretario PD Francesco Monica ha introdotto l’iniziativa e i deputati Maino Marchi e Antonella Incerti, il presidente della provincia e coordinatore con il Sindaco Vecchi del Tavolo sulla crisi Giammaria Manghi, il presidente Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta, il presidente di Federconsumatori Giovanni Trisolini e la sottoscritta in quanto rappresentante della Regione, che si è attivata a più riprese per la salvaguardia e la riqualificazione di lavoratori e lavoratrici.

L’iniziativa solidale di Legacoop, a cui hanno partecipato oltre 45 cooperative, ha portato a raccogliere 7 milioni di euro destinati al parziale rimborso -per il 25%- del prestito sociale dei soci di Coopsette, Unieco e Indaco di Piacenza. L’onorevole Marchi ha illustrato le nuove regole sul prestito sociale contenute in un emendamento nella legge di Bilancio, ora approvato, che offre garanzie per il futuro ai soci prestatori e trasparenza ai processi decisionali: le risorse del prestito dovranno essere utilizzate solo in operazioni che siano funzionali al perseguimento della ragione sociale della cooperativa, inoltre al prestito sociale non si deve applicare l’articolo del codice civile che prevede di posticipare il rimborso e l’ammontare complessivo del prestito da soci non dovrà eccedere il triplo del patrimonio netto della società. Viene infine introdotto l’obbligo di adottare forme di garanzia quale la costituzione di un patrimonio separato che copra fino al 30% del prestito sociale raccolto dalla cooperativa. Assieme a me anche l’onorevole Incerti e il presidente Manghi hanno focalizzato le prospettive occupazionali di chi è ancora rimasto senza lavoro, e le azioni concrete di formazione professionale e riqualificazione sino al pieno ricollocamento di tutti.

Sono stati portati anche esempi positivi di workers buyout, come quello che ha riguardato il ramo Metis di Coopsette, che si è ricostituito come cooperativa autonoma. Nessuno di noi ha sottovalutato il fatto che la forma e la sostanza del modello cooperativo sono stati inevitabilmente messi in discussione, sia dagli errori di gestione che hanno contribuito all’implosione – ripercorsi dallo stesso presidente Andrea Volta – sia dagli effetti drammatici non affrontati tempestivamente da Legacoop. Nonostante questo, durante la serata si è ribadita l’attualità del valore cooperativo. La nostra Costituzione riconosce l’importante «funzione sociale» della cooperazione sancita dall’articolo 45 ed è una responsabilità collettiva darvi piena attuazione. Nelle conclusioni del segretario provinciale PD Andrea Costa e nell’intervento del sindaco Maurizio Bottazzi l’impegno a non fermarsi di fronte a problemi ancora non del tutto risolti. La serata è stata condotta da Susanna Ferrari, giornalista di Telereggio.