(13 novembre) Piena applicazione dei principi espressi dalla legge 194 del 1978 in particolare per il concreto accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, monitoraggio su tutto il territorio e attivazione in caso di criticità che mettano a rischio i diritti e la salute della donna. Questi gli impegni inseriti in due Risoluzioni, presentate da Sinistra italiana e dal Partito Democratico, entrambe approvate questa mattina in commissione Politiche per la salute. Ho motivato l’atto di indirizzo PD, firmato con Marcella Zappaterra, sottolineando la necessità di garantire oggi e per il futuro questo diritto accanto al supporto, in una fase molto delicata e personale, alle donne che decidono di abortire. Per questo chiediamo che la Regione valuti in modo costante l’applicazione nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie del complesso delle disposizioni della legge 194, comprese le misure di prevenzione.
In Emilia-Romagna nel 2016 il tasso di medici obiettori di coscienza è stato del 51,8 per cento, dato tra i più bassi d’Italia però in crescita da anni e con una situazione di copertura del servizio IVG non omogenea. Inoltre risultano obiettori circa un terzo dei medici anestesisti (contro il dato nazionale del 49%) e circa un quarto del personale non medico (in Italia è il 45,8). A chi in Commissione ha dichiarato che il servizio IVG è ampiamente garantito rispondo che purtroppo non è così e va trovato un bilanciamento tra diritti di pari dignità: di obiezione e diritto di scelta delle donne in sicurezza. Abbiamo proposto che nell’ambito della commissione Salute della Conferenza delle Regioni sia attivato un gruppo di lavoro che discuta strategie e metta in campo azioni utili a sostenere e implementare l’applicazione della legge, con il coinvolgimento della Conferenza nazionale degli Organismi regionali di pari opportunità, un coordinamento che ha il polso dei diversi problemi sui territori e su ciò che serve per affrontarli.
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